Norvegia in camper

Diario di viaggio

Da Slettness a Lindesnes:
37 giorni di viaggio in Norvegia,
dall’estremo Nord all’estremo Sud!
Alex, Barbara, Alessio e Roberta
5 Luglio - 10 Agosto 2006

Giorno 1 – 05/07: Roma – Orvieto
Si và!
Mattinata dedicata alla spesa per il camper, fatta al Carrefour di Tor Vergata per risparmiare un po’. Pasta, pelati, olio, acqua minerale, vino, birra, Coca-Cola, scatolame e vari prodotti per la pulizia e quant’altro ci costa di meno in Italia che all’estero.
Alle 16,00 ritiriamo il camper, effettuiamo il pieno (83 €) e via verso casa per caricarlo di tutta la spesa, della biancheria e dei cambi di vestiti che vanno dagli indumenti estivi fino a quelli invernali. L’operazione richiede qualche ora e terminiamo verso le 20, dopodiché doccia a casa e pizza alla pizzeria sotto casa.
Alle 23,07 inizia il nostro viaggio! Facciamo un centinaio di km., giusto il necessario per non prendere domani mattina il traffico in uscita dalla Capitale. Prendiamo il G.R.A. allo svincolo 26, il più vicino a casa, ed usciamo all’uscita 10 dell’A1. Sulla Roma-Milano ci fermiamo all’area di servizio Tevere, nei pressi di Orvieto, area che ha anche il Camper Service, che però non usiamo visto che il camper è ancora bello pieno di acqua e con i serbatoi pressoché vuoti. Ci fermiamo alle 0,35 dopo aver percorso qualcosina in più dei 100 km. che ci eravamo prefissati.

Km. oggi: 130
Km. totali: 130


Giorno 2 – 06/07: Orvieto – Vipiteno
Verso il Brennero!

La sveglia avviene presto, nell’area di servizio alle 6 i TIR iniziano a muoversi e i motori fanno rumore. Dopo un rigirarsi nel letto per un po’, alle 6,45 ci alziamo: colazione e chiacchiere, fino a partire poco prima delle 9. Il tempo è buono, qualche nuvola qua e là ogni tanto oscura il sole e la temperatura non supera mai i 30 gradi fino all’ora di pranzo. A Bologna Cantagallo ci fermiamo per effettuare il nostro secondo pieno (75 €) e qui incontriamo una famiglia di norvegesi che stanno rientrando a casa: vedendo il nostro cartello “DESTINATION NORDKAPP” attaccato sul vetro posteriore del camper, l’uomo alla guida si ferma a parlare con noi, in inglese, e ci racconta di Capo Nord, di dove abita lui e ci dice anche che abbiamo scelto un ottimo percorso. Lo abbiamo ringraziato, e abbiamo sorvolato sul fatto che a Capo Nord già ci siamo stati 2 anni fa!
Dopo Bologna, ci rifermiamo a Modena per pranzo, attirati dai Tortellini Fini del Fini Grill dell’area di servizio subito prima del bivio per il Brennero. Delusione totale! Tortelloni, e non tortellini, con poco sugo, quindi sconditi e quasi legnosi! Era meglio mangiare sul camper!
Dopo pranzo ripartiamo alla volta dell’autocamp di Vipiteno; il tempo si fa pian piano sempre più plumbeo e da Trento in su sono sempre più frequenti scrosci di pioggia. Arriviamo all’autocamp alle 18, dopo aver preso la vignette austriaca (7,60 €) all’ultima area di servizio italiana ed aver fatto il terzo pieno (52,50 €). L’ingresso costa 11 € e comprende l’uso della corrente, più ovviamente il carico e scarico. Doccia e cena qui, prima di passare il confine austriaco domani mattina. Dopo cena arriva un violento temporale, con tuoni e fulmini, che causa anche un black out all’intera area.

Km. oggi: 596
Km. totali: 726


Giorno 3 – 07/07: Vipiteno – Einbeck
Verso la Germania… da vincitori!

Sveglia verso le 7,30 sotto un cielo grigio e nuvole basse; l’aria è frizzante, siamo sui 18 gradi, ma poi sale ad una temperatura più ragionevole nel giro di un’oretta e mezza. Prima di mettersi in viaggio, facciamo operazioni di carico e scarico e poi dobbiamo passare in paese a Vipiteno a cercare un adattatore per la presa della batteria del PC portatile. Fatto tutto quel che dobbiamo fare, ci muoviamo da Vipiteno alle 10,30 e subito dopo passiamo il confine del Brennero. Paghiamo 8 € per il Ponte Europa e poi, a Innsbruck prendiamo la A12 per Bregenz ed usciamo a Telfs per prendere la statale 314 per Reutte. La statale passa sul Fernpass, facendoci ammirare panorami
alpini e castelli, poi dopo Reutte si supera il confine tedesco, poi si riprende l’autostrada A7 in direzione Memmingen.
Qui inizia la parte più pallosa del viaggio, la parte delle autostrade tedesche e soprattutto della foresta nera. Inizia anche a piovere e la pioggia non ci lascerà più fino alla sera; una pioggia intensa che a tratti limita la visibilità a pochi metri. Prima di arrivare a Ulm si verifica il primo problema della vacanza: notiamo che l’inverter, con il quale stiamo caricando il PC, è spento anche se attaccato alla presa a 12 V. “Kapput!” ci dice un simpatico omone in un market shop di un’area di servizio, e ci indica un negozio di elettrodomestici dove poterne comprare un altro nella città di Ulm. Questo contrattempo ci costa un paio d’ore di perdita di tempo, perché ovviamente il negozio indicatoci non aveva l’inverter e ne abbiamo dovuti girare altri tre prima di trovarlo. Quando abbiamo centrato l’obiettivo, di inverter ne abbiamo acquistati due!
Notiamo che parecchi tedeschi girano con una piccola bandierina della Germania sulle macchine, ultima moda lasciata dal Mondiale di calcio. Reduci dalla vittoria per 2-0 in semifinale proprio contro di loro, sfoggiamo il nostro tricolore sul camper e la fotografia di Francesco Totti!
Riprendiamo l’autostrada verso le 16,30 e quando facciamo il pieno, troviamo anche il tempo di massacrarci il fegato nel sano modo tedesco: wurstel e patate, wurstel e pane. I wurstel sono lessi oppure grigliati, ed in entrambi i modi lasciano una scia di grasso notevolissima sul piatto!
Riprendiamo la marcia, sempre sotto la pioggia battente, fino a Einbeck, piccola cittadina a sud di Hildesheim, dove, secondo la Guida Camper Stop, c’è un’area di sosta per camper attrezzata con carico e scarico ed uso di corrente. L’area c’è (coordinate N 51° 82 451 – E 9° 86 362) ma è solo un parcheggio per camper, non c’è possibilità di carico e scarico e di uso corrente.
Fa buio tardi, verso le 22, e la cittadina è pressoché deserta: sarà forse per la pioggia e per la nebbia bassissima, sarà forse per la temperatura che di luglio non ha proprio niente, neanche 20 gradi, ma sembra di stare in Transilvania più che in Germania! Ci fermiamo qui, cena e ninna, poi domani si riprende per la Danimarca.

Km. oggi: 758
Km. totali: 1.484


Giorno 4 – 08/07: Einbeck – Mons Klint – Karlslunde Strand
Le bianche scogliere…

Le intenzioni erano veramente buonissime: sveglia presto e partenza massimo alle 9, in modo da poter essere all’imbarco di Puttgarden all’ora di pranzo. Ma il silenzio irreale che ci avvolge, con il solo cinguettare degli uccellini, ed anche il piumino invernale che abbiamo messo sul letto, hanno fatto sì che ci svegliassimo alle 8,15!!!
Il cielo è completamente grigio, tanto per cambiare. Riusciamo a muoverci alle 9,45 e ritroviamo con qualche difficoltà la strada statale che ci riporta all’A7 perché la zona dell’area di sosta non è cartografata sul Tomtom. Presa l’autostrada, superiamo Hannover, Amburgo e Lubecca ed arriviamo a Puttgarden non senza qualche dubbio se andare a Berlino a vedere la finale del Mondiale alla Porta di Brandenburgo tra la folla oppure no. Vince l’idea di vedere la partita in qualche locale in Svezia e quindi, alle 14 ci imbarchiamo con il traghetto della Scandlines per Rodby (71 €). Piove, piove da far schifo e sul traghetto non si vede nulla durante la traversata; solo la sagoma di un paio di navi che fanno la rotta opposta e che ci passano vicino.
Sbarcati a Rodby, dopo Stubbekobing giriamo a destra per la 287, in direzione Stege e le scogliere di Mons Klint, visto anche che ha smesso di piovere. Passato Stege, la strada passa in un altro paio di paesini, ma frazioni è più giusta come dicitura, e poi si arriva a Mons Klint, dove ci sono le scogliere bianche. L’ultimo pezzo di strada è sterrata ma abbiamo visto che con i camper parecchia gente và. Andiamo anche noi, ma arrivati al piazzale da dove parte il sentiero a piedi, una botta di sfiga ci colpisce in pieno: una sasso appuntito come una freccia si conficca nella gomma anteriore destra e ce la squarcia. Cambiare la ruota si rileva un’impresa non da poco, soprattutto perché ha smesso di diluviare da un’oretta e quindi il terreno è una poltiglia di fango. Rimediamo, in un cantiere nei pressi del sentiero per le scogliere, due assi di legno per non far sprofondare il cric sotto il peso del camper, più una tavola larga circa un metro per sdraiarsi sotto il camper e prendere la ruota di scorta. Proprio togliere il blocco della ruota di scorta si rileva una cosa complicatissima, che riusciamo a capire solo grazie al libretto delle istruzioni che ci mostra un altro equipaggio italiano con lo stesso nostro camper che era lì nel piazzale. Il nostro, di libretto, chissà per quale motivo è rimasto in possesso del noleggiatore!
In due ore, in cui ci siamo infangati fino al midollo, riusciamo nell’impresa del cambio ruota (quasi quasi ora ci assumeranno alla Ferrari a fare i cambi in Formula Uno!) e dopo una doccia, alle 18 scendiamo i 500 scalini per andare giù in riva al mare sotto la scogliera! La scogliera è bellissima e merita veramente, bianca candida che cade a picco sul mare, ma poi, ci sono i 500 gradini da salire, e quella è la parte meno bella della cosa!
Alle 20,45 riprendiamo la nostra marcia: ora l’obiettivo è Copenaghen, ma un obiettivo forzato, perché siamo praticamente senza ruota di scorta e dobbiamo aspettare lunedì mattina qualche gommista che ce la cambi! In compenso, almeno è uscito il sole!
Sull’autostrada per Copenaghen notiamo però che all’altezza di Karlslunde c’è una grande area di servizio con il camper service, dove ci sono diversi camper fermi. Ci fermiamo anche noi, all’imbrunire, che qui significa le 22 e 30, e qui decidiamo di dormire, ma prima di cenare.
Un’altra giornata è finita, una lunga giornata travagliata, e vorremmo che d’ora in poi la sfiga giri un po’ a largo da noi! Domani mattina proviamo a chiedere al distributore se ci fosse qualche anima pia che ci cambi la gomma, anche se essendo domenica ci crediamo poco; dobbiamo poi cambiare anche la lampadina della freccia posteriore (Sì! Si è fulminata anche quella!) e poi, dobbiamo trovare un locale, a Copenaghen, o a Malmoe se riusciamo a cambiare la gomma, che ci faccia vedere Italia-Francia, la finale del Mondiale! Chissà…

Km. oggi: 606
Km. totali: 2.090


Giorno 5 – 09/07: Karlslunde Strand – Copenaghen – Karlslunde Strand
CAMPIONI DEL MONDO!

Giornata di stop forzato e quindi, a km. Zero o quasi. In mattinata abbiamo risolto velocemente il problema della freccia mentre per la ruota la situazione è un po’ più complessa. Una gentile ragazza al distributore dell’area di servizio dove ci siamo fermati per dormire, ci ha indicato un gommista, 500 metri dopo lo svincolo di Greve Nord, fuori dell’autostrada, ma ovviamente, essendo domenica è chiuso. Dobbiamo aspettare forzatamente domani mattina quindi, per cambiare la ruota.
Stando così le cose, ne prendiamo atto e ci spostiamo a Copenaghen, per fare un giro nella città, vista anche la splendida giornata di sole, e per trovare un locale dove vedere la finale. Parcheggiato il camper, ci dirigiamo subito a piedi a Fiolstraede, dove c’è un ristorante italiano. Il gestore, un ragazzo napoletano, ci informa che sì, la partita loro la faranno vedere ma su una piccola televisione che sistemeranno di fuori, tra i tavolini. La soluzione non ci piace affatto e passiamo oltre. Fiolstraede è una traversa dello Stroget, il corso principale di Copenaghen, e come giriamo l’angolo sul corso, vediamo che c’è un pub irlandese con tanto di cartellone esposto che informa che faranno vedere la finale su 3 maxi schermi: ci informiamo e uno dei ragazzi del pub ci dice che non prenotano tavoli e che è meglio stare al pub verso le 19, un’ora prima della partita. Noi saremo lì anche prima!
Risolto il problema-finale, ce ne andiamo in giro a piedi a visitare Copenaghen. Di ritorno dalla Sirenetta, passiamo anche nel quartiere delle ambasciate: notiamo che l’ambasciata Italiana non ha organizzato nulla per la finale, mentre l’ambasciata Francese ha tappezzato l’edificio di bandiere della Francia e di poster dei giocatori francesi, allestendo anche un maxi-schermo di fronte l’ambasciata. La cosa richiama molti turisti francesi e noi rimaniamo dell’idea di vedere la partita al pub, dove arriviamo già alle 18,30! Essendo un pub irlandese, ci fanno vedere la partita su un canale satellitare sportivo irlandese; la cosa non ci interessa, basta che ce la fanno vedere! Mangiamo e beviamo birra irlandese, mentre alle 20 il locale è praticamente stracolmo, con moltissimi italiani, pochi francesi e molti danesi che tifano quasi tutti per noi. Al gol di Zidane esultano in pochi, mentre al pareggio di Materazzi il pub esplode. Dopo il quinto rigore di Grosso che ci consacra Campioni del Mondo, è il delirio puro! Finita la partita, restiamo una mezz’oretta nel pub a realizzare di essere Campioni del Mondo, poi usciamo ed andiamo al camper. Prima di tornare all’area di servizio di Karlslunde, vicino al gommista, facciamo un giro per Copenaghen a clacson spiegato, e con nostra grande sorpresa scopriamo che il piazzale dov’è il Tivoli Park è letteralmente paralizzato da un paio di mila di italiani festanti che hanno paralizzato il centro della città! Ci passiamo in mezzo e come vedono che siamo italiani anche noi, il nostro camper viene preso d’assalto e ricoperto di tricolori!
Torniamo all’area di servizio di Karlslunde verso l’una di notte, e la doccia si rende necessaria per tutti, perché la sofferenza prima e la gioia dopo, ci hanno fatto sudare quanto gli azzurri in campo!

Km. oggi: 65
Km. totali: 2.155


Giorno 6 – 10/07: Karlslunde Strand – Hammar
Salendo per la Svezia…

Ci svegliamo presto ed alle 9 del mattino siamo già dal gommista: qui però ci arriva la doccia fredda, o quasi: la gomma che ci serve per sostituire la nostra ruota di scorta squarciata non c’è in officina e và ordinata, ed arriverà verso le 13. Dobbiamo restare bloccati qui in Danimarca ancora per almeno altre 4 o 5 ore: e pensare che il nostro itinerario oggi prevedeva di arrivare nel nord della Svezia, alle cascate Storfossen. Siamo in ritardo di due giorni sulla tabella di marcia.
Aspettiamo che arrivi la nostra ruota in un parcheggio di fianco al gommista, approfittandone per scaricare le foto dalla digitale al PC, per aggiornare questo diario e per attaccare qualche foto degli azzurri con la coppa in mano sul camper, ritagliandola da qualche giornale danese che abbiamo comprato. Prendiamo anche del pane fresco e dei dolci in una panetteria di Greve, che scopriamo essere soltanto un piccolo paesino con quattro case e niente di più. Quando poi arriva la gomma ci viene montata in pochi minuti, ma il conto si presenta salatissimo: 1.397 corone danesi, che al cambio sono 187 €! A Roma ce ne prendevamo due con quella cifra!
Riusciamo a partire alle 14 da Greve ed un’ora più tardi siamo già sul ponte che collega Danimarca e Svezia. Quando paghiamo il pedaggio (64 €), il casellante ci fa i complimenti per la vittoria del Mondiale! Dopo Malmoe, prendiamo la E22 per Lund, che poi diventa una statale, uscendo a Rolsberga e prendendo la statale 23 per Vaxjo, che poi lasciamo al bivio per Vislanda per prendere la 126. Questa statale poi si immette sulla 30 per Jonkoping, fino a congiungersi con la E4. Costeggiamo il lago Vattern per intero, lasciando la E4 a Odeshog per prendere la statale 50 per Orebro, rimanendo sempre sul lago. Ci fermiamo alle 21 circa, all’altezza di Sanna, frazione di Hammar, all’Harge Bad&Camping (190kr per una notte con carico, scarico ed elettricità), un campeggio grande e carino, nei pressi del lago.
Il sole tramonta verso le 22 ed alle 23 c’è ancora qualche bagliore di luce. Più saliamo a nord e più la luce del sole dura più a lungo…

Km. oggi: 514
Km. totali: 2.669


Giorno 7 – 11/07: Hammar – Yttered
Sul Baltico…

Al contrario di ieri che è stata una giornata buona dal punto di vista meteorologico con un bel sole ed un temperatura sui 25 gradi, oggi è stata una giornata molto nuvolosa, anche se ha iniziato a piovere soltanto la sera verso le dieci; la cosa negativa è che la temperatura si è abbassata di molto, oscillando tra i 20 gradi dell’ora di pranzo e i 15 della sera. Alle 22 e 30, mentre stiamo scrivendo questo diario, è ancora giorno pieno, anche se la luce del sole è oscurata dalle tante nuvole che stanno scaricando pioggia.
Al mattino ci siamo svegliati molto tardi e siamo partiti dal campeggio addirittura alle 11: così non recupereremo mai il nostro ritardo sulla tabella di marcia! Vediamo se domani mattina sapremo rispettare i nostri buoni propositi!
Durante tutto il percorso abbiamo potuto ammirare decine e decine di laghi e laghetti; dal campeggio riprendiamo la strada 50 per Askersund, poi l’autostrada E20 fino a Orebro e poi di nuovo la 50 per Lindesberg; dopo Lindesberg, prendiamo la 68 per Fargesta, dove compriamo fragole e ciliegie per strada (fantastiche e buonissime!) e poi dell’ottima carne di manzo in un supermercato ICA, dove acquistiamo anche i clogs, i famosi zoccoli svedesi che qui portano in tanti, uomini e donne, in estate e in inverno.
Proseguiamo poi per Avesta e Sandviken fino a Gavle, sul Mar Baltico. Da Gavle poi saliamo con la E4 fino a Hudiksvall, dove ci fermiamo una mezz’oretta per vedere lo Strommingssundet, un quartiere con delle case a palafitta sul fiordo sul quale è costruita la città. Carino, ma credevamo
meglio!
Ripartiamo alle 19 per salire ancora a nord, verso Sundsvall e Timra
(bellissimo il fiordo subito dopo la cittadina, vicino all’aereoporto, visibile anche dalla E4), per
fermarci poi verso le 21 in un campeggio, lo Storsjon Camping, in località Yttered, nel comune di Kramfors (coordinate N 62° 92 257 – E 18° 07 003 - 125kr. con carico, scarico ed elettricità).
Domani cercheremo di arrivare alle cascate Storforsen, 500 km. circa più a nord da qui; poi supereremo il Circolo Polare a Jokkmokk ed entreremo in Finlandia, puntando al confine tra Norvegia e Russia, a Greve Jakobselv!

Km. oggi: 597
Km. totali: 3.266


Giorno 8 – 12/07: Yttered – cascate Storforsen
Spettacolare Storforsen…

Oggi ci siamo riusciti! Sveglia presto e partenza alle 9,15 dal campeggio, dopo aver effettuato le solite operazioni di carico e scarico. Riprendiamo la E4 in direzione Nord e subito godiamo di panorami mozzafiato da Herrskog fino a Docksta, sull’Ullangersfjarden. Poi, giunti ad Umea facciamo una leggera deviazione, lungo il fiordo fino al porto di Holmsund, dove fotografiamo anche il faro oltre al bellissimo panorama. La giornata è bella, c’è un bel sole con qualche nuvola qua e là, ma c’è un vento fortissimo.
Riprendiamo ancora la E4 verso Skelleftea, proseguendo fino a Pitea; lì lasciamo la E4 per prendere la 374 per Alvsbyn e 42 km dopo questa piccola cittadina, troviamo le Storforsen, delle bellissime cascate che ci sono state consigliate da Stojan Deprato, esperto di Scandinavia che cura anche un suo bellissimo sito (www.deprato.it). Il posto merita veramente: si arriva al parcheggio delle cascate e lì si inizia un percorso a piedi che permette di costeggiarle tutte.
Lungo la passeggiata, ci sono numerosi bracieri ed anche legna e carbone per permettere di fare dei barbecue. Verso le 19,30 scendiamo di nuovo sulla 374 per andare al campeggio delle cascate, lo Storforsen Hotell e Camping (coordinate N 65° 85 738 – E 20° 42 154 - 190 kr. con carico, scarico ed elettricità).
Alle 23 il sole è sparito dietro alle nuvole che ora si sono fatte padrone del cielo, ma è ancora pieno giorno: il buio della notte già qui, poco a sud del Circolo Polare, di questi tempi non arriva mai; alle 23,30 esco a fare delle foto e c’è ancora una luce paragonabile a quella delle otto di sera dell’estate di Roma.
Domani, passeremo il Circolo Polare Artico a Jokkmokk, e da lì in poi il sole non tramonterà più. Entreremo prima in Finlandia e punteremo per la Norvegia; entreremo da Naiden, dirigendoci su Kirkenes e Grense Jakobselv, punto di confine con la Russia. Quella è la nostra meta più lontana da casa, dove contiamo di arrivare dopodomani, visto che il nostro navigatore ci dà 738 km. a Kirkenes e 800 km tondi a Grense Jakobselv. Da lì, inizierà il lungo percorso di ritorno, che durerà circa quattro settimane.

Km. oggi: 504
Km. totali: 3.770


Giorno 9 – 13/07: cascate Storforsen – Inari
Sole di mezzanotte…

Ci svegliamo sotto una pioggia incessante, che ha iniziato ad abbattersi sulla zona già dall’una e mezza di notte; il freddo è pungente, siamo a 11 gradi. Per la prima volta indossiamo maglioni di lana e calzini. Facendo colazione, scopriamo che il “Milko” che abbiamo comprato ieri non è latte, ma una via di mezzo tra uno yogurt magro amarissimo e chissà cosa! Il latte qui in Svezia si chiama “Mjolk” e lo impareremo più tardi in un supermercato di Jokkmokk!
Dopo un piccolo bucato, oltre alle solite operazioni di carico e scarico, partiamo dal campeggio verso le 10,30 dirigendoci sulla 45 a Jokkmokk. Una ventina di chilometri di questa strada sono in condizioni pietose, piena di buche e pezzi sterrati, ma almeno ci sono squadre di operai che stanno lavorando per sistemarla. Pian piano che passano i chilometri il diluvio smette di assillarci e il cielo si apre, lasciando ampi spazi al sole. Tutto il percorso fino ad Inari è un continuo susseguirsi di laghi e fiumi, e con il sole il panorama appare molto più bello. Dopo Jokkmokk continuiamo sulla 45 fino a Gallivere, poi facciamo un pezzetto di E10 verso sud e svoltiamo per la 394, verso Tarendo e Pajala, dopodiché prendiamo la 403 per la Finlandia. Passiamo dalla Lapponia svedese a quella finlandese superando il confine di Kolari, poi proseguiamo fino a Kittila; qui, tra la Svezia e la Finlandia, iniziano i primi avvistamenti di renne. Da qui fino a quando non usciremo dalla regione norvegese del Finnmark per entrare nel Troms, sarà un continuo incontro con le renne, da sole o in branco, selvatiche o di allevamento. Dopo Kittila, proseguiamo fino a Sirkka e poi prendiamo la 955 per Inari. I primi 50 chilometri di questa strada sono una vera mulattiera, stretta e con buche ovunque, e questo non ci permette di andare a più di 40 km/h, poi dopo Pokka le condizioni dell’asfalto ridiventano apprezzabili. Il cielo torna a farsi nero ed ecco un nuovo diluvio, ma brevissimo e seguito da un’ampia schiarita ed un arcobaleno fantastico.
Arriviamo ad Inari verso le 21, ma qui in Finlandia c’è un’ora di fuso orario e sono le 22. Ci fermiamo al Camping Poikkea di Inari, situato proprio sul lago, (coordinate N 68° 90 290 – E 27° 03 912 - 22 € con carico, scarico ed elettricità). Il cielo si è fatto completamente sereno, ma la temperatura è scesa a 9 gradi. 9 gradi che però non scoraggiano gli stormi di zanzare che qui sono delle quaglie con il pungiglione che brindano ad Autan! Alle 23,30 il sole è ancora alto sul lago Inarijarvi e stasera vediamo, per la prima volta in questa vacanza, il sole a mezzanotte!
Domani entreremo in Norvegia e ne toccheremo il punto più a nord-est, al confine con la Russia.

Km. oggi: 619
Km. totali: 4.389


Giorno 10 – 14/07: Inari – Grense Jakobselv - Tana Bru
Mamma li russi!

Sveglia alle 8,15 finlandesi e partenza, dopo la doccia, la colazione e le solite operazioni di carico e scarico, verso le 10,30. Il tempo è bello, c’è un bel sole e 22 gradi, ma con il passare delle ore, le nuvole si fanno insistenti e da dopo pranzo, cambia continuamente, alternando scrosci di pioggia ad ampie schiarite. Nel pomeriggio però, si stabilisce sul peggio ed il cielo si copre quasi del tutto, con la pioggia che ogni tanto fa capolino. La temperatura si abbassa intorno ai 9-10 gradi nella parte all’estremo nord-est della Norvegia.
Da Inari comunque, riprendiamo subito la E75 verso nord, ma la lasciamo quasi subito per prendere la 971 poco prima di Kaamanen. Questa strada offre dei panorami stupendi, prima costeggiando per un lungo tratto il lago Inari (Inarijarvi), poi passando tra il Sevettijarvi tantissimi altri piccoli laghi. Prima del confine tra Finlandia e Norvegia ci fermiamo a fare gasolio e nel piccolo supermarket del distributore notiamo che al reparto macelleria cuociono delle costolette di maiale al girarrosto, nello stesso modo in cui in Italia si cucinano i polli: ne prendiamo tre ciascuno e le troviamo deliziose.
Quando si entra in Norvegia, la statale 971 diventa la 893 e continua fino ad incrociare la E6 a Neiden: proprio all’incrocio tra queste due strade, c’è un ponte che sovrasta le Skoltefossen (cascate), che fotografiamo in ogni modo possibile e da ogni angolazione possibile!
E’ questo il momento in cui il tempo inizia a cambiare ed a farsi nero e minaccioso di pioggia. A Neiden svoltiamo sulla E6 verso Kirkenes ma non ci fermiamo in questa cittadina adesso, perché proseguiamo per Grense Jakobselv sulla 886. Qui si iniziano a vedere le indicazioni per Murmansk e più avanti si inizieranno anche a vedere le scritte in cirillico. Dopo pochi chilometri dritta davanti a noi c’è la frontiera tra Norvegia e Russia, con tanto di divieto di oltrepassarla e di fotografarla.
A 200 metri dalla dogana c’è una piazzola di sosta dove puntualmente, tutti si fermano e ci fermiamo a guardare, ed anche a fotografare! Un Tir frigorifero viene rimandato indietro, mentre vengono fatti passare un paio di uomini di affari russi, uno con una Toyota 4Runner ed uno con un Mercedes ML. Sul cartello infatti, c’è scritto in norvegese, in russo ed in inglese, che il divieto non è valido per uomini d’affari e per chi fa commercio. Della serie, “per quattro soldi se vennemo tutto!”
Proseguiamo sulla 886 per Grense e dopo qualche chilometro, ci appare alla nostra destra il fiume che delimita il confine naturale tra Norvegia e Russia: anche qui, cartelli che ci avvisano che non possiamo fotografare ed osservare con binocolo i soldati russi ed il territorio russo: infatti noi fotografiamo le torrette di osservazione dei soldati russi!
Notiamo che il confine russo è anche protetto con un’alta rete di recinzione e del filo spinato lungo tutto il fiume fino ad arrivare al mare. Ma qualcuno gliel’ha detto a questi che la guerra fredda è finita?
Gli ultimi dieci chilometri che portano a Grense sono tutti sterrati ed in una mezz’ora li percorriamo, fino ad arrivare alla fine della strada. Sul piccolo piazzale dove finisce la strada, ci sono altri quattro camper ed una roulotte; ci fermiamo qui, a guardare il Mar di Barents sotto un vento freddo ed una leggera pioggerellina. La temperatura ora è di 9 gradi e mettiamo anche il piumino oltre al maglione di lana!
Verso le 17,30 iniziamo a tornare indietro: qui, alle coordinate N 69° 79 040 – E 30° 79 364 ed a 4.296 km. da casa, inizia il nostro percorso di ritorno! Incontriamo anche un paio di soldati norvegesi armati che pattugliano il confine, per prevenire i vari traffici di contrabbando che arrivano dalla Russia, e che ci salutano sorridendo.
Ripassiamo davanti alla frontiera russa e ci dirigiamo a Kirkenes, percorrendo di nuovo la 886. Kirkenes è una cittadina molto ma molto triste, con un porto pieno di cargo russi, alcuni abbandonati ed altri funzionanti ma completamente arrugginiti. Le strade poi, sono piene di russi che lavorano sulle navi, che vanno in giro e fanno spese nei due supermercati della cittadina.
Facciamo un rapido giro della città e decidiamo di andarcene: il posto è triste e non ci piace affatto! Riprendiamo la E6 verso Tana Bru e durante i 140 km di strada, scattiamo ancora numerose fotografie, visto che passiamo di fronte l’isola di Skogeroya, sul Bugoyfjorden e sul Varangerfjorden. A Varangerbotn, dove c’è il bivio tra Tana Bru e la strada per Vadso e Vardo, dove vogliamo andare domani, decidiamo di allungare di pochi chilometri verso Tana Bru, per arrivare al Camping Familie Tana (coordinate N 70° 16 658 – E 28° 22 886, 150 Nok con carico, scarico ed elettricità), dove passiamo la notte.

Km. oggi: 442
Km. totali: 4.831


Giorno 11 – 15/07: Tana Bru – Ekkeroy – Hamingberg - Vestre Jakobselv
La scogliera di Ekkeroy…

Solita sveglia alla solita ora! Il camper è gelato e metter fuori il naso dal letto è un’impresa! Accendiamo anche la stufa, dopo averla accesa anche ieri sera. Fuori la giornata è pessima: piove e fa freddo, 9 gradi.
Oggi vogliamo arrivare a Vadso e Vardo, per fermarci a Ekkeroy (dove ci hanno detto che c’è una riserva ornitologica) ed a Hamingberg, dove c’è possibilità di avvistare le balene.
Ci muoviamo verso le 10 e 30, come al solito, e fortunatamente strada facendo la giornata si aggiusta: ampi squarci di cielo azzurro e di sole si alternano alle nuvole. Resta il vento gelido, ma intanto la temperatura arriva sui 14-15 gradi e questi posti con il sole assumono altri colori. Andiamo verso Vadso, dove ci fermiamo a fare un po’ di spesa al supermercato: latte fresco, insalata, ciliegie e gamberi. Poi ci muoviamo verso la vicina Ekkeroy: qui parcheggiamo il camper e facciamo una camminata di quattro ore, prima sotto le scogliere dove nidificano i gabbiani, poi salendo sopra, per vedere i nidi dall’alto. In questa riserva ornitologica nidificano circa ventimila gabbiani l’anno nel periodo che li porta a migrare da queste parti. Nella zona sopra la scogliera poi, ci sono i resti delle fortificazioni tedesche che furono erette nel 1940 nel periodo della loro occupazione in Norvegia.
Un giro molto bello, sia a livello di natura, che di panorami ed anche di storia.
Verso le 15,30 rientriamo in camper e ci prepariamo un hot-dog, poi ripartiamo alla volta di Haminberg, punta estrema di questo versante della penisola di Varangerhalvoya. Oltre Haminberg non c’è nulla, la strada finisce nonostante sia nel comune di Batsfjord e ad una trentina di chilometri da Nordfjord, ma per arrivare da quell’altra parte della penisola, bisogna incredibilmente tornare indietro fino a Tana Bru e salire verso Leirpollskogen per andare a Berlevag, Store Molvik, Batsfjord e Nordfjord. E’ come se per andare da Roma a Napoli ci sia una strada che finisce a Capua e quindi ti costringono a tornare a Roma ed andare a Pescara e Bari e quindi salire a Napoli! Proviamo anche a fare un tentativo estremo: cioè andare al porto di Vardo per vedere se ci fossero dei traghetti che ci portino al di là della penisola. Notiamo che in porto che un grosso traghetto e subito speriamo che la nostra idea avesse un senso, ma invece si tratta dell’Hurtigruten, quello che una volta era un battello postale e che oggi è una nave da crociera (anzi, una flotta di navi da crociera) e che non imbarca camper, ma solo mezzi massimo di due metri e mezzo di altezza. Pazienza! Almeno questo tentativo ci è valso a scoprire che Vardo è un’isola e che è collegata alla terra ferma da un tunnel di 2,8 km. che arriva a 88 metri sotto il livello del mare. Vardo è anche carina come cittadina, molto più carina di Kirkenes!
Ripercorriamo il tunnel quindi e ci facciamo altri 39 km. per Hamingberg, fino a dove finisce la strada (coordinate N 70° 54 062 – E 30° 61 348). Qui, possiamo ammirare in tutta la sua bellezza il Mar di Barents ed inoltre, da queste scogliere si se ha fortuna, si possono vedere anche le balene beluga. Parliamo con un francese che è attrezzato con un cannocchiale sistemato su un cavalletto che ci dice che in quattro ore ne ha avvistate due! Quattro ore, con questo vento gelido ed 11 gradi di temperatura non riescono a farci capire come questo francese non si sia ancora congelato! Noi non abbiamo questa pazienza e questa volontà e quindi, vinti dal freddo, nonostante maglioni di lana, piumini e cappelli di lana, ci arrendiamo dopo mezz’ora e ce ne torniamo nel camper!
Alle 19 iniziamo a tornare indietro, verso Tana Bru e ci fermiamo a Vestre Jakobselv, paesino a 50 km. da Tana Bru. Qui passiamo la notte al Vestre Jakobselv Camping (coordinate N 70° 11 925 – E 29° 33 265 carico, scarico ed elettricità a 155 Nok). Il cielo si è rasserenato completamente e se non fosse per le montagne davanti al campeggio che ci nascondono il sole, anche qui, come ad Inari, sarebbe possibile vedere il sole a mezzanotte. La temperatura però è in picchiata ed a mezzanotte, nonostante il sole ed il cielo sereno, è a 6,4°!

Km. oggi: 322
Km. totali: 5.153


Giorno 12 – 16/07: Vestre Jakobselv – Berlevag - Lebesby
Verso il Nord più estremo!

Sveglia poco dopo le 8 e partenza alle 10 e 30, come al solito! Siamo sempre in ritardo di due giorni e non riusciamo a recuperare. Oggi ci dirigiamo verso l’altro versante della penisola di Varangerhalvoya, a Berlevag. Torniamo fino a Tana Bru e poi prendiamo la 890 per Berlevag e Batsfjord. La giornata è coperta e non offre i colori che questi stupendi panorami sanno regalare con il sole, ma almeno non fa freddo come ieri mattina; oggi siamo infatti sui 15 gradi. Superiamo Leirpollskogen e poi al bivio con la 891 per Batsfjord proseguiamo sulla 890 fino a Berlevag, dove c’è una spiaggia dalla quale si può ammirare il mar di Barents (coordinate N 70° 86 781 – E 28° 97 725). Bello, ma molto meno di ieri ad Hamingberg.
Vale la pena invece continuare sulla strada sterrata, per circa 20 km., ed arrivare alla fine della 890 a Store Molvik (coordinate N 70° 78 764 – E 28° 67 099) dove si può ammirare scendendo il Tanafjorden e godere di una bella vista sul fiordo anche dalla spiaggia alla fine della strada.
Quel che invece notiamo di negativo, non solo qui a Molvik ma un po’ in tutta questa zona, è che in ogni paesino o piccolo agglomerato urbano, c’è un punto dove vengono situati tutti i grandi rifiuti della località, e quindi si possono vedere questi mucchi di ferri vecchi, bidoni, lavatrici, frigoriferi, addirittura auto completamente arrugginite.
Torniamo indietro verso le 17,30 sempre sulla 890 fino a Tana Bru, poi prendiamo la 98 per Ifjord passando in quello che sembra un paesaggio lunare, sull’Ifjordfjell pass, per poi scendere fino a Ifjord e prendere la 888 per Gamvik. Questa strada costeggia il Laksefjorden per il primo tratto, fino a poco dopo Lebesby. Qui noi ci fermiamo per la notte, in un parcheggio vicino al piccolo porticciolo del paesino (coordinate N 70° 57 229 – E 27° 00 261), visto che il prossimo campeggio è a Mehamn e dista quasi 90 km.

Km. oggi: 458
Km. totali: 5.611


Giorno 13 – 17/07: Lebesby – Gamvik – Slettness Fyr – Russenes
Slettness, il faro più a nord del mondo!

Stamattina ci siamo decisi ad usare la sveglia e, complice anche il fatto di non dover fare carico e scarico acque perché ci siamo fermati in una parcheggio, siamo riusciti a muoverci alle 9,30. Il tempo è completamente coperto e durante la giornata peggiora anche, passando da una pioggerellina leggera ad una pioggia intensa nel pomeriggio. Non godiamo appieno quindi dei panorami che ci offre la 888, prima nel breve tratto di mare poi durante tutto il percorso di montagna fino a Mehamn. Questa strada ha due tratti di lavori stradali, di 16 km., che ci rallentano non poco la marcia, essendo sterrati e stretti. Comunque, arriviamo a Gamvik verso le 12 e ci facciamo anche un pò di foto al faro, nel punto dove la 888 finisce, vicino al piccolo molo.
Torniamo poi al centro del paese, dove c’è il bivio per Slettnes e prendiamo la sterrata di 4 km. che porta fino al faro più a nord del mondo. Le coordinate del cartello dicono 71° 05’ 33”, ma chissà perché il nostro Tomtom dice 71° 08’ 83”.
Facciamo altre foto, poi prendiamo il sentiero da fare a piedi che ci porta dall’altra parte della scogliera, dove ammiriamo anche più tipi di uccelli. Infatti la zona è una riserva naturale dove vivono diverse specie di volatili. Arriviamo sulla scogliera a ovest del faro, che offre la visuale su Kinnarodden, che è il vero punto più a nord d’Europa (71° 08’ 01”) ed è accessibile soltanto in barca o camminando a piedi per più di 10 km dal punto in cui siamo. Tutto molto bello, peccato per la pioggerellina che inizia ad essere molto fastidiosa e che ci limita di molto sia la vista che le fotografie.
Torniamo indietro ed arrivati a Mehamn decidiamo di sperimentare la cucina norvegese all’Artic Restaurant. A dir il vero avevamo provato a fermarci in un locale di Gamvik ma sulla porta d’ingresso i due titolari ci sembravano due membri della Famiglia Addams e quindi abbiamo deciso di arrivare fino a Mehamn! Decisione comunque pessima visto che ci portano una bistecca già tagliata a pezzetti (che poteva essere chissà cosa!) con della patatine fritte immerse nella paprika, e degli hamburger di chissà quale animale che salse strane e bacon, il tutto per quasi 57 €! Chissà! Forse gli Addams cucinavano meglio ed erano meno cari!
Ripartiamo da Mehamn verso le 16 e ci dirigiamo verso Capo Nord, ripercorrendo la 888 fino ad Ifjord e poi percorrendo fino a Lakselv la 98, fin dove si congiunge con la E6. Saliamo verso Capo Nord ma ci fermiamo a circa 120 km., a Russianes, al Russianes Camping (coordinate N 70° 47 933 – E 25° 06 789 – 100 Nok carico, scarico ed elettricità), visto anche che il cielo è ancora coperto e quindi non conviene entrare a Capo Nord e rischiare di non vedere nulla. Proveremo domani, confidando nel fatto che verso le 23 il cielo si schiarisce ed inizia ad uscire un po’ di sole.

Km. oggi: 417
Km. totali: 6.028


Giorno 14 – 18/07: Russianes – Gjesvaer – Nordkapp
A Capo Nord, ma senza sole: gelo, nebbia e vento…

Giornata estremamente negativa a causa delle cattive, anzi, cattivissime condizioni del tempo. La mattinata è partita abbastanza bene, con un cielo variabile, ma pian piano il tempo si è messo al peggio e ci ha rovinato completamente la giornata. Ci siamo mossi dal campeggio tardissimo, oltre mezzogiorno, perché abbiamo dedicato la mattina a fare le pulizie del camper ed un po’ di bucato, visto che dovevamo fare pochi chilometri. Da Russianes, che è già sulla E69 e che è considerata la porta per Capo Nord, ci muoviamo verso Nordkapp. Solito furto al passaggio del casello all’uscita del tunnel sottomarino che collega l’isola di Mageroya: 537 Nok, al cambio di 67,12 € per 6,9 km. di tunnel! Il tempo sta sempre più peggiorando ed il vento sta diventando sempre più forte. Decidiamo di andare prima a Gjesvaer, 20 km. di strada buona che si prende ad un bivio a 13 km. da Nordkapp. Qui a Gjesvaer c’è la possibilità di fare un safari fotografico per l’avvistamento degli uccelli, soprattutto i pulcinella di mare.
Quando però arriviamo al paesino, scopriamo che il safari si fa soltanto con la barca ed il mare mosso, il vento fortissimo e la temperatura a 6 gradi, ci sconsigliano di andare a fotografare i pulcinella di mare! Anche perché chi scende dalla barca ha assunto un colore violaceo acceso!
Verso le 16 ci spostiamo a Capo Nord: l’ingresso costa 195 Nok a persona e dura 48 ore. Alla fine siamo venuti qui soltanto per dire che siamo arrivati a Capo Nord e per dar modo a chi non c’era mai stato tra l’equipaggio di vedere questo punto ambito del mondo. Il paesaggio è inesistente, perché è completamente coperto, addirittura verso le 18 arrivano le nuvole basse e il monumento con il mondo si vede a malapena. Il vento poi è fortissimo tanto da far ballare il camper e da farlo sembrare una barca a vela con mare a forza 10; la temperatura è di 4 gradi e fa freddissimo. Inutile uscire dal camper, il vento quasi impedisce di camminare, tanto da sembrare la bora di Trieste quando spira fortissima. Andiamo soltanto nel centro a prendere cartoline e souvenirs ed a vedere lo stupendo filmato di 17 minuti che fanno vedere nel videografico.
E’ questo il quarto giorno consecutivo di maltempo che prendiamo ed iniziamo a stranirci: speriamo che da domani, iniziando a scendere verso sud, la situazione migliori.

Km. oggi: 172
Km. totali: 6.200


Giorno 15 – 19/07: Nordkapp – Rotsund
Ancora pioggia e freddo…

Renne e pioggia con contorno di vento e freddo! Questo può essere in sintesi, il resoconto della giornata odierna. Altra giornata interlocutoria dove tutto quel che avremmo voluto e dovuto vedere, si è andato a far benedire insieme alla pioggia, al vento ed alle nuvole basse. Alle 9 del mattino scappiamo da Nordkapp, con un vento che tira raffiche a più di 100 km/h, tanto che per tutta la notte non abbiamo quasi chiuso occhio, perché avevamo l’impressione che il vento si portasse via il camper. Sentivamo in continuo lo sbattere violento dei braccetti di stazionamento del camper sulle grosse pietre che avevamo posizionato sotto. Alle 7 del mattino, il vento si era anche rafforzato, invece che diminuire. Il camper era anche gelato, perché il forte vento ci impediva di accendere la stufa. Alle 9,00 avevamo pioggia a vento ed una temperatura di 2,6°. Guidare il camper fino all’incrocio con la E6 è stata una vera impresa, con continue manovre di controsterzo per contrastare il vento che spingeva di lato il camper. Abbiamo provato anche ad andare a vedere l’arco nella roccia a Skarsvag, ma la cosa è stata impossibile perché sul sentiero che a piedi permette di andare ad ammirare questa bellezza naturale, il vento era della stessa potenza di quello che c’era a Capo Nord, se non più forte, e la temperatura più o meno la stessa! L’unico momento di tranquillità è stato quando abbiamo fatto il pieno a Honninsvag, ammirando in porto una nave da crociera portoghese e l’Hurtigruten. A Russianes ci siamo fermati al campeggio dove ci eravamo fermati lunedì sera, per fare carico e scarico, poi abbiamo puntato su Alta. Il tempo è stato sempre nero, alternando momenti di pioggia a momenti di non pioggia, ma comunque con una visibilità dei panorami pressoché nulla. Al bivio con la 882 abbiamo provato ad andare ad Oksfjord, per vedere anche il ghiacciaio che arriva quasi a lambire il mare. 38 km di strada tipo mulattiera, con tanto di galleria di 4 km. ad unica carreggiata e relative piazzole di sosta per far passare chi viene dalla parte opposta, per non vedere comunque il ghiacciaio! Le nuvole bassissime rendono invisibile tutto quel
che c’è da vedere.
Piove ancora, e la temperatura è di 7 gradi. Unica cosa che abbiamo potuto vedere, i soliti branchi di renne, con qualche esemplare che ha provato a suicidarsi gettandosi quasi sotto al camper!
Torniamo indietro, fino a riprendere la E6 puntando su Olderdalen, dove prenderemo il primo dei due traghetti per arrivare a Tromso. Ci fermiamo però a Rotsund, al Rotsundelv Camping (coordinate N 69° 78 569 – E 20° 70 105 – 160 Nok carico, scarico ed elettricità), cercando di mettere fine a questa giornata alquanto negativa. Siamo scesi di 500 km., ma il tempo è sempre schifoso, con pioggia e freddo. E questo è il quinto giorno consecutivo di pioggia, ed anche in quelli precedenti a questi ultimi cinque, non è che il tempo sia stato sempre stupendo. Diciamo che la sfiga finora, almeno sul meteo, è stata una fedele e sgradita compagna di viaggio. E diciamo anche, che il morale della truppa è un po’ bassino.

Km. oggi: 522
Km. totali: 6.722


Giorno 16 – 20/07: Rotsund – Tromso – Nordkjosbotn
Tromso, la Parigi del Nord…

Brutto tempo anche oggi, tanto per cambiare. A queste latitudini le giornate di sole come le intendiamo noi possono essere un evento raro anche nel corso dell’intera estate. Oggi capisco perché quando due estati fa, nel 2004, raccontavamo di essere arrivati a Capo Nord il pomeriggio alle sei e di aver visto il sole di mezzanotte sei ore più tardi, perché avevamo trovato una giornata di cielo terso, completamente sereno, parecchia gente che era stata in Norvegia ci aveva detto che avevamo avuto un culo incredibile! La cosa nettamente migliore rispetto a ieri, è che la pioggia si è fatta vedere soltanto per pochi minuti qua e là durante la giornata, e che la visibilità è stata nettamente migliore di ieri. Il freddo, quello però è stato sempre ben presente: 12 gradi la temperatura massima, con colonnina di mercurio ferma sui 10 adesso che il sottoscritto sta scrivendo questo diario. A conferma che questa sia comunque un’estate abbastanza rigida per la Norvegia, ci sono numerose vette ancora innevate, mentre due anni fa raramente vedevamo della neve sulle montagne.
Da Rotsund riprendiamo subito la E6: la nostra meta di oggi è Tromso, che certamente è la città più grande ed importante dell’intera regione al di sopra del Circolo Polare Artico. Arrivando da nord, per arrivare a Tromso si hanno due possibilità: percorrere tutta la E6 fino a Nordkjosbotn e poi la E8 fino a Tromso, oppure, sempre facendo la E6, imbarcarsi a Olderdalen sul traghetto per Lyngseidet, percorrere la 91 fino a Svensby ed imbarcarsi su un altro traghetto, quello per Breivikeidet, e poi fare l’ultimo pezzo di 91 fino a quando, già alle porte di Tromso, non ci si immette sulla E8. Prendendo i due traghetti si risparmiano circa 110 km: occorre però tenere conto dei tempi tecnici di attesa traghetto, imbarco e sbarco e del costo delle due traversate (238 Nok più altre 33 a persona sul primo traghetto, 70 Nok camper compreso il conducente più altre 26 corone a testa per gli altri passeggeri).
Noi abbiamo optato per la soluzione dei due traghetti, se non altro perché i due traghetti si avvicinano molto a dei ghiacciai bellissimi da vedere e fotografare, anche nonostante la non bellissima giornata.
Arrivati a Tromso, parcheggiamo il camper in un parcheggio a pagamento dietro alla Storgata, la via principale della città. Passiamo subito davanti alla fabbrica di birra Mack (Storgata 5-13) per poi proseguire a passeggiare su questo corso dove si affacciano case in legno tutte costruite all’inizio dell’800, oltre a numerosi negozi. Arrivati su Richard Withs Place, la piazza dove c’è anche la Chiesa Protestante, ci fermiamo a mangiare da Emma’s, un locale graziosissimo dove abbiamo mangiato molto bene, gustando dei gamberetti freschissimi con della salsa al pomodoro leggera e del pane imburrato, un panino con pollo grigliato, insalata e pomodori ed una zuppetta di pesce e patate, il tutto accompagnato con birra, rigorosamente Mack e spendendo non più di 15 € a testa. A pochi passi da Emma’s c’è anche una pasticceria dove abbiamo comprato, oltre a un dolce al cioccolato e marmellata, del pane. Lo stesso locale, vende poi anche la carne.
Più avanti, sempre sulla Storgata, dove inizia la zona pedonale, troviamo delle bancarelle dove acquistiamo fragole, ciliegie e lamponi, mentre sulla Stortorget compriamo del merluzzo e del salmone freschissimi in una pescheria. Il pesce fresco, oltre allo stocco, si può trovare anche nelle bancarelle della stessa piazza o sulle barche ormeggiate al molo della Stortorget.
A metà pomeriggio riprendiamo il camper e lo spostiamo di poco, per andare al Museo Polaria (Hjalmar Johansensgt 12), una struttura dove si possono vedere numerosi pesci in vasca, delle foche in un ambiente polare ricostruito ed anche un bel film sulle isole Svalbard, arcipelago norvegese a ridosso del Polo Nord e della Groenlandia. Il film è opera dello stesso autore e regista, tale Ivo Caprino, che ha fatto il filmato che si può vedere nel complesso di NordKapp, ed anche questo viene proiettato in multiscreen.
Dopo il Polaria, siamo andati a vedere la Cattedrale dell’Artico, una chiesa consacrata nel 1965 dopo 40 anni di lavori di costruzione. La sua sagoma a piramide spicca già dal lungo ponte che attraversa il fiordo, ma arrivati a destinazione, non siamo potuti entrare perché era iniziato un concerto ed il biglietto per entrare costava 50 Nok a testa (anziché le solite 30). Non siamo entrati non tanto per il sovrapprezzo di 20 corone, ma per non sorbirci l’intero concerto di musica sacra norvegese! Per concludere la visita della città, avremmo dovuto prendere la funivia fino al Fjellstua, un autentico balcone naturale a 420 metri di altezza dal quale si gode un panorama spettacolare sulla città e sui fiordi circostanti; non siamo saliti perché essendo brutto tempo, la vista sarebbe stata quasi nulla a causa delle nuvole basse.
Verso le 19,45 riprendiamo il camper e ci avviamo verso Finnsnes, visto che domani vogliamo arrivare all’isola di Senja. Ci fermiamo a Nordkjosbotn, al Camping Bjornebo (coordinate N 69° 21 692 – E 19° 55 636 – 170 Nok carico, scarico ed elettricità) per dormire e mangiare. Arrivati al campeggio però, sentiamo una forte puzza di gasolio provenire dal motore del nostro camper: aprendo il cofano, notiamo che sugli iniettori c’è del gasolio fuoriuscito probabilmente da qualche tubicino che porta il combustibile agli iniettori. Domani mattina ci serve un meccanico!

Km. oggi: 173
Km. totali: 6.895


Giorno 17 – 21/07: Nordkjosbotn – Isola di Senja – Andenes
L’irreale tranquillità di Husoy…

Se rinasco faccio il meccanico in Norvegia! Stamattina ci siamo messi alla ricerca di un meccanico che potesse ripararci il problema della perdita di gasolio dal motore del camper. Nel raggio di due chilometri intorno al campeggio di Nordkjosbotn ce ne sono due: uno in ferie fino al 31 luglio (FERIESTENG TIL 31 JULI!), l’altro chiuso e che riceve soltanto per appuntamento! Manco fosse il Veronesi dei motori norvegesi! Il ragazzo che lavora alla vicina pompa di benzina della Statoil ci fa da tramite e così nel giro di una ventina di minuti il meccanico ci dà “udienza”! Il problema si rivela molto meno grave di quel che pensavamo: ci dice che a perdere è il tubetto del ritorno del gasolio dagli iniettori. Quando c’è troppa pressione, ne schizza un po’ fuori. Lui non può cambiarci questo tubicino perché non ce l’ha in officina, e dopo averci chiesto dove siamo diretti, ci dice che a Finnsnes c’è un’officina Ford, poco prima di entrare in città, sulla 86. Comunque ci tranquillizza dicendoci che è un problema da nulla e che possiamo viaggiare tranquillamente anche fino a Roma in questa condizione. Mah!
Ci dirigiamo quindi verso Finnsnes, fermandoci all’officina Ford che ci aveva indicato il meccanico. Anche quest’altro meccanico constata il problema e ci dice le stesse identiche cose dell’altro. Anche lui non ha in officina il tubicino e ci dà un elenco di officine Ford su tutta la Norvegia, dicendoci che possiamo viaggiare tranquillamente ma che se vogliamo proprio cambiarlo potremo farlo più avanti in una delle officine elencate sul foglio.
A questo punto, visto che è ora di pranzo, ci fermiamo in un EuroDespar a Finnsnes e compriamo sia degli ottimi gamberetti e del salmone fresco da cucinare per cena, sia del merluzzo e del salmone già cucinati da mangiare subito. Buonissimo il merluzzo, un po’ meno il salmone per il modo un po’ troppo forte in cui è condito.
Dopo Finnsnes attraversiamo il ponte che ci conduce sull’isola di Senja, poi lasciamo la 86 e prendiamo la 861 fino a Gibostad. Prima di Gibostad svoltiamo al bivio per Husoy, seguendo le indicazioni fino ad arrivare a questa che è un’isola di pescatori. La strada, nel tratto finale, è un po’ stretta offrendo però delle piazzole per far passare chi proviene in senso opposto, contrassegnate con una M. Sempre nel tratto finale ci sono poi due gallerie scavate nella roccia e molto buie. Husoy ci appare dalla cima di una salita e non riusciamo a non fermarci per scattare delle foto a quest’isola, collegata alla terraferma da una stradina costruita su un molo. Per nostra fortuna, la giornata, che era iniziata con il solito cielo coperto, si è aperta un bel pò, offrendoci, oltre ad un vento nullo, un po’ di sole.
L’isola di Husoy è un piccolo borgo di soli pescatori: una volta oltrepassata la strada che la collega alla terra ferma, si arriva su una piccola piazzetta che è il centro del borgo. C’è una pompa di benzina, che non ha gasolio ed un emporio che vende di tutto, dai casalinghi ai generi alimentari e che funziona anche da Ufficio Postale! Chi fosse interessato, arrivando nel momento del rientro delle barche, potrà acquistare del pesce freschissimo a prezzi convenienti presso gli stessi stabilimenti che lavorano immediatamente il pesce appena pescato.
Lasciamo Husoy tornando su verso Botnhamn e prendiamo la 862 per Gryllfjord. Questa strada è stretta come il tratto finale della 861, per quasi tutti i suoi 76 km., ma offre numerosi panorami bellissimi ed un paio di spiagge di sabbia bianchissima, dove vediamo anche un pazzo furioso norvegese che si butta in acqua in costume, nonostante i 10 gradi di temperatura! Ci sono poi altre cinque gallerie, alcune anche sui 2 km. di lunghezza, sempre scavate nella roccia.
Riusciamo ad arrivare al piccolo porto di Gryllefjord in tempo per prendere l’ultimo traghetto, quello delle 19, per Andenes, isole Vesteralen. Questa rotta è funzionante soltanto da metà maggio a metà agosto. Il parcheggio di attesa del porticciolo è numerato per il numero di mezzi che il traghetto riesce ad imbarcare. Traghetto che è uno soltanto e che fa la spola avanti e indietro, compiendo tre corse al giorno sia da Andenes che da Gryllefjord. Il costo è di 690 Nok per il camper compreso il conducente, più 130 Nok a persona per gli altri passeggeri. La traversata è abbastanza problematica per chi soffre di mal di mare, perché il traghetto ha una stazza piccolina e sente molto le onde del mare, facendo ballare un bel po’ i passeggeri. E il tutto, considerando che noi siamo stati fortunati, perché abbiamo navigato in condizioni di mare calmo, vento nullo e sole. Figuriamoci cosa significa fare questa traversata con il mare mosso, il vento e la pioggia!
Sbarchiamo ad Andenes poco dopo le 21 e ci fermiamo poco fuori il porto, sulla 82 all’Andenes Camping (coordinate N 69° 30 479 – E 16° 06 697 – 190 Nok con carico, scarico ed elettricità), un campeggio posizionato in riva al mare. Peccato che un ampio fronte nuvoloso sia in arrivo dal mare e ci impedisca di vedere il sole di mezzanotte. La temperatura inoltre, si è abbassata a 6 gradi.
Il carico e scarico del camping funziona anche come Camper Service gratuito per chi vuole soltanto scaricare il WC nautico, caricare l’acqua e proseguire.
Al campeggio ci informiamo anche sul Whale Safari per domani mattina, anche se decidiamo di aspettare di vedere quale saranno le condizioni del tempo. Infatti, il giro in barca per vedere le balene richiede già normalmente un abbigliamento molto pesante ed una buona tolleranza al mare mosso, figuriamoci cosa può accadere con mare mosso, vento e pioggia!
Se sarà bello quindi proveremo a fare il safari fotografico, altrimenti inizieremo a scendere verso le Lofoten! Quel che ci consola anche, è che abbiamo praticamente recuperato i due giorni di ritardo che avevamo sulla nostra tabella iniziale.

Km. oggi: 244
Km. totali: 7.139


Giorno 18 – 22/07: Andenes – Skagen
Michele, un torinese a Nusfjord!

Sveglia presto e controllo del cielo. Sereno! Temperatura 23°! Incredibile! Ci vestiamo e facciamo colazione in fretta per andare al porto di Andenes ed informarci sul Whale Safari. La ragazza del campeggio ci ha detto ieri sera che non è necessario prenotare, ma basta stare al porto mezz’ora prima della partenza del Safari. Bugia! Alle 9 siamo al porto e ci dicono che le barche sono tutte piene fino alle 17,30 e che conviene sempre prenotare. Decidiamo di rinunciare, ed anche altri italiani che erano nel nostro stesso campeggio fanno la stessa cosa. Loro proseguono verso nord, noi verso sud. Da Andenes per scendere ci sono due possibilità: la 82, che segue la costa orientale, e la litoranea, che invece passa sul versante occidentale. Noi facciamo la litoranea, perché la costa occidentale è quella più selvaggia e passa per dei punti bellissimi, pieni di isolotti, insenatura e spiagge di sabbia chiarissima. Scendendo, ci rendiamo conto di aver fatto benissimo a rinunciare al Whale Safari. A parte il prezzo (720 Nok a testa, cioè 90 €!), il tempo si è guastato nel giro di un’ora. Ora è completamente coperto, la temperatura è scesa a 11° ed il mare si è prima increspato e poi agitato non poco. Arrivati tra Stave e Nordmela, notiamo che su un isolotto di fronte agli scogli c’è una colonia di uccelli scuri. Scendiamo dal camper e ci incamminiamo sulla scogliera, fino ad arrivare di fronte all’isolotto e scopriamo che si tratta di una colonia di cormorani. Fotografie di rito ed in abbondanza, poi torniamo nel camper e continuiamo a scendere. Arrivati a Risoyhamn la strada si ricollega alla 82 ed un ponte ci fa lasciare l’isola di Andoya per accedere a quella di Hinnoya. Continuiamo sulla 82 tra un fiordo ed un’insenatura, fino a che un altro ponte non ci porta sull’isola di Langoya ed entriamo subito a Sortland, dove la 82 si immette nella E10 proveniente da Narvik e dove notiamo l’Hurtigruten in porto. Nel frattempo inizia a piovere, e non smetterà più fino a sera, se non per brevi tratti. E’ un peccato, perché oltre ad essere esauriti dal settimo giorno consecutivo di pioggia (tranne poche ore da ieri pomeriggio a stamattina presto), questi panorami e questi posti con la pioggia rendono un decimo di quel che rendono con il sole.
Un altro ponte ci porta a Stokmarknes e quindi, sull’isola di Hadseloya, l’ultima isola delle Vesteralen venendo da nord. Qui infatti, la E10 finisce al porto di Melbu, da dove si prende il traghetto per Fiskbol, isole Lofoten. La traversata dura circa 20 minuti e costa 204 Nok per il camper compreso del conducente, più 30 Nok a passeggero.
Sbarchiamo a Fiskbol e riprendiamo la E10 fino a Svolvaer. Piove ancora, ma ciò nonostante facciamo una passeggiata in città. La montagna che sovrasta la città, la Svolvaergeita, è quasi del tutto coperta dalle nuvole. Nella piazzetta vicino al porto, c’è ancora qualche banco del mercato della mattina: qualcuno vende frutta, altri fiori, poi ce n’è uno che vende salami di renna e di alce, uno che vende stoccafisso e salmone ed un altro che vende maglioni di lana, caldi e belli, ma cari (87€, a quel prezzo li compriamo anche a Roma!).
Dopo un’oretta ci rimettiamo in cammino sempre sotto la pioggia, fino ad arrivare verso le 20 a Skagen, dove ci fermiamo allo Skagen Camping (coordinate N 68° 10 380 – E 13° 29 421 – 140 Nok con la sola elettricità, senza possibilità di scarico WC nautico).
Prima di fermarci al campeggio però, da Svolvaer a Skagen abbiamo fatto tre soste che comunque, pioggia o non pioggia vale la pena fare.
Henningsvaer, che viene chiamata la Venezia delle Lofoten, per le sue case costruite a palafitta nell’acqua che si affacciano nel canale e perché c’è una bottega di vetrai che mostrano come lavorano il vetro. Qui ci sono anche altri negozietti di souvenir vari.
Il Vikingmuseet, lungo la E10, una sorta di nave vichinga con all’interno, un villaggio vichingo che mostra come vivevano i vichinghi ai loro tempi.
Nusfjord, un piccolo borgo sul fiordo, con il porticciolo pieno di meduse giganti, alcune che raggiungono anche i 30-40 cm. di diametro. Qui a Nusfjord, potete trovare un curioso personaggio che ha un laboratorio artigianale dove produce oggettini d’argento. Il tipo, dai lunghi capelli bianchi e dalla barba incolta, si chiama Michele e racconta, in un italiano con spiccato accento del nord, di essere torinese e di viver a Nusfjord dal 2000, dopo aver vissuto vent’anni a Capo Nord.
Per la cronaca, dopo cena piove ancora in più di un momento e ci sono 12 gradi! Oggi siamo arrivati alla metà della nostra vacanza ed abbiamo beccato finora 13 giorni di pioggia su 18. Un disastro! O meglio, una sfiga colossale!

Km. oggi: 329
Km. totali: 7.468


Giorno 19 – 23/07: Skagen – Bodo – RV17 (nei pressi di Loding)
Il paradiso Lofoten!

Giornata molto più positiva di ieri, dal punto di vista climatico. Non piove mai ed ogni tanto, nel cielo coperto si forma una squarcio di azzurro che lascia passare un po’ di sole. La temperatura poi oscilla tra i 16 ed i 17 gradi, e quindi non fa freddo. In mattinata studiamo anche una piccola modifica al nostro itinerario: anziché fermarci a Kristiansund, Molde e Alesund, stiamo prendendo in considerazione di entrare da Molde verso l’interno sulla 63 e quindi fare il Passo dei Troll, per poi riuscire sulla costa per andare a Runde a vedere le riserve di uccelli e rientrare verso l’interno a Geiranger. Un percorso a zig-zag, ma comunque vedremo nei prossimi giorni quel che faremo…
Dedichiamo gran parte della giornata a visitare ancora questo posto stupendo ed incantato. Qua, tutto è calma totale, silenzio quasi irreale. Ci fermiamo prima a Ramsberg, dove c’è la più grande spiaggia delle Lofoten, una spiaggia di sabbia bianchissima, poi a Sund, un piccolo borgo dove ci sono botteghe di artigiani che lavorano il ferro ed infine a Reine, che è un vero e proprio paesino più che un villaggio come lo sono gli altri posti dove ci siamo fermati.
Ovunque però, la caratteristica di queste isole, è che la maggior parte delle abitazioni sono delle “Rorbu”, cioè delle casette a palafitta sull’acqua di colore rosso.
Ci fermiamo anche a Sakrisoy, dove di fronte al museo delle bambole, c’è un magazzino di stoccafisso e, subito vicino, una pescheria con del pesce freschissimo. Compriamo gamberetti, salmone, merluzzo e pesce lupo, tutto freschissimo e buonissimo.
L’ultima visita la dedichiamo ad A, il villaggio più a sud delle Lofoten, da dove poi parte una strada da fare a piedi che finisce sulla scogliera. Due anni fa qui vedemmo una foltissima colonia di gabbiani, oggi invece ce ne sono pochissimi. Ad A poi, per chi dovesse interessare, c’è anche il Museo dello Stoccafisso.
Verso le 16 ci affacciamo al molo di Sorvagen e leggiamo che il prossimo traghetto parte alle 18. Benissimo! Ma l’omino dei biglietti, ci dice che partiranno soltanto le prime 4 file di auto sul molo, e noi ci dobbiamo sistemare sulla quinta, perché le altre sono già piene! Morale: dobbiamo partire alle 21! La traversata dura circa tre ore e costa 1.230 Nok per il camper compreso il conducente più altre 143 Nok per ogni passeggero.
Impieghiamo le ore di attesa a giocare a carte, scaricare le foto sul PC e scrivere questo diario!
Sbarchiamo a Bodo a mezzanotte e mezza, il cielo è nerissimo, talmente buio che sembra sia notte, tanto che perfino l’illuminazione stradale è accesa, cosa rarissima di questi tempi da queste parti. Non ci fermiamo a dormire subito al porto, perché vediamo che non c’è nessuno con il camper o roulotte che l’ha fatto. Prendiamo la 80 fino al bivio con la 17, la Costal Route, e prendiamo questa strada che dicono sia fantastica. Il nostro itinerario infatti prevede, nella discesa verso Sud, di percorrere la Costal Route (una delle poche strade al mondo che ha perfino un sito internet – www.rv17.no); se la percorreremo tutta fino a Steinkjer oppure se ne faremo soltanto una parte, lo decideremo strada facendo.
Ci fermiamo a dormire in una piazzola di sosta dopo pochi km. dall’aver imboccato la RV17, dove è fermo anche un camper tedesco.

Km. oggi: 76
Km. totali: 7.544


Giorno 20 – 24/07: RV17 – Nesna
Sulla Costal Route!

Anche oggi giornata positiva, dal punto di vista meteo. Il cielo è stato sempre coperto, su questo non ci si può sbagliare, ma almeno non ha mai piovuto e la temperatura è oscillata dai 14 gradi del mattino ai 18 del primo pomeriggio fino ai 12 della sera.
L’andamento oggi è piuttosto lento, sia perché la Costal Route offre numerosi panorami mozzafiato dove è obbligatorio fermarsi a fotografare e sia perché la strada in alcuni punti è piuttosto stretta tanto da non riuscire a passare due macchine insieme. Fortuna che il traffico è molto limitato e che ci sono numerose piazzole di sosta per far passare chi procede in senso contrario. Sulla 17 poi ci sono anche numerose gallerie, alcune anche molto lunghe: su tutte quella dopo Glomfjord di 7,6 km.
Subito dopo esserci mossi dalla piazzola di sosta dove avevamo dormito, ci siamo fermati dopo pochi chilometri a Saltstraumen, per vedere il fenomeno del “maelstrom”, un gioco di correnti che forma numerosi gorghi e mulinelli, fino a formarne uno più grande ogni sei ore. C’è anche un orario delle maree, in cui si forma il gorgo, ma l’ufficio turistico è chiuso e quindi osserviamo dal ponte questo movimento di acqua che, visto dall’alto, impressiona notevolmente.
Dopo poco più di un’ora torniamo al camper e riprendiamo la nostra marcia, sempre tra una fotografia e l’altra. La strada infatti costeggia fiordi ed isolotti, per poi alzarsi in quota in ripide salite sfiorando ghiacciai e riscendere con altrettanto ripide discese al livello del mare.
Passiamo Ornes, Glomfjord ed a Faroy ci imbarchiamo per Agskardet (costo traghetto 126 Nok camper compreso il conducente, più 21 Nok a passeggero), per una traversata che dura poco meno di dieci minuti. Subito dopo esser sbarcati si arriva a Tjong e dopo una ventina di chilometri si arriva a Jektvik, dove ci si imbarca per Kilboghamn.
Questa traversata è più lunga, circa un’ora, e durante il tragitto si oltrepassa anche il Circolo Polare: dal mare è visibile un monumento raffigurante il mondo, posizionato sulla scogliera. Il costo del traghetto è di 319 Nok per il camper compreso il conducente più altre 42 Nok per passeggero.
Diciamo che questa Costal Route è una strada bellissima, ma dove si procede molto lentamente, ad una velocità tra i 40 ed i 60 km/h, ed inoltre, si ha un buon esborso di denaro per i traghetti.
Traghetti che in tutto sono 6: oltre ai due che abbiamo fatto, c’è quello tra Nesna e Lavong, quello tra Tjotta e Forvik, quello tra Anndalsvagen e Horn e quello tra Vennesund e Holm. Ogni tanto, volendo, c’è la possibilità di prendere una strada che conduce fino alla E6, che corre parallela ma molto più interna. Noi, abbiamo deciso che prenderemo tre traghetti: oltre ai due già presi prenderemo quello da Nesna per Lavong, per poi rientrare sull’E6 a Mosjoen, per scendere a Trondheim. Fare tutta la Costal Route fino a Steinkjer significherebbe un rallentamento notevole nella tabella di marcia.
Sbarcati a Kilboghamn procediamo verso Nesna e ci fermiamo anche ad un dei tanti camper service gratuiti presenti da queste parti, in norvegese: Tommestasjon, (coordinate N 66° 72 442 – E 13° 69 928). Il camper service è posizionato proprio di fronte un fantastico ghiacciaio che arriva quasi a toccare il mare. Dopo esserci fermati anche più volte sulla strada, a fotografare i fiordi dall’alto, sia sulle piazzole che sui punti panoramici segnalati, ci fermiamo al Camping Nesna Feriesenter (coordinate N 66° 20 290 – E 13° 02 107 – 190 Nok con la sola elettricità, mentre per il carico e scarico acque si utilizza la Tommestasjon posizionata subito di fuori al camping.

Km. oggi: 266
Km. totali: 7.810


Giorno 21 – 25/07: Nesna – Trondheim
Verso Trondheim!

Giornata transitoria, di trasferimento e quindi con pochi particolari, anche se con il finale thrilling.
Il tempo è in miglioramento, man mano che scendiamo verso sud. Dal sempre coperto del mattino di Nesna, siamo passati al poco nuvoloso della sera di Trondheim, con la temperatura che si è alzata notevolmente, arrivando ai 16 gradi serali e toccando la punta di 23 gradi nel primo pomeriggio. Subito dopo esser partiti dal campeggio di Nesna, ci siamo imbarcati sul traghetto per Lavong (costo 182 Nok camper compreso il conducente più 27 Nok a passeggero, traversata di circa 10 minuti).
Sbarcati a Lavong abbiamo preso la 78 per Mosjoen ed, una volta arrivati a Mosjoen, abbiamo preso la E6 fino a Trondheim. Pausa pranzo alle cascate di Laksforsen, che sono proprio sulla E6 e visibili da un’ampia area di parcheggio. Proprio qui ci accorgiamo che il nostro problema con la perdita di gasolio è aumentato. Nei giorni scorsi non siamo passati in nessun posto dove ci fossero officine Ford, oppure quando siamo passati di fronte a di punti assistenti Ford, era sabato pomeriggio, come a Svolvaer, o era notte come a Bodo; per questo non abbiamo potuto cambiare il tubicino del ritorno del gasolio, ed inoltre, essendo sempre andati a velocità ridottissima, il problema non si è mai presentato. Ma oggi, dopo un po’ di chilometri sulla E6 a 90-100 km/h, stiamo perdendo gasolio in modo considerevole.
Puntiamo così su Steinkjer, dove c’è un’officina Ford, ma quando arriviamo, alle 17, è già chiusa. Uno dei dipendenti, ancora sul posto, dà un’occhiata ugualmente al nostro motore, ma non essendo un meccanico, ci consiglia di arrivare a Trondheim, anche perché lì c’è una grandissima officina Ford e di far vedere a loro domani mattina il problema.
Ci rimettiamo quindi in marcia, a velocità ridotta, ma quando siamo alle porte di Trondheim, il motore si spegne e si accende la spia degli iniettori. Entriamo a folle e d’inerzia nell’area di servizio Shell poco prima della città, e constatiamo che la perdita di gasolio ora è copiosa. Il motore però, si rimette in moto normalmente, come se nulla fosse accaduto, ma noi prudentemente ci fermiamo a passare la notte in quest’area di servizio, che è anche dotata di camper service e di allacci per l’elettricità, tutto gratuito (coordinate N 63° 42 478 – E 10° 72 940). Un cartello avvisa però che si può sostare soltanto 4 ore, ma noi resteremo tutta la notte. Al limite, in caso di controllo della Polizia, mostreremo il nostro problema al motore. Domani mattina proveremo ad arrivare all’officina Ford di Trondheim e vedremo se il problema è sempre quello che ci portiamo dietro da qualche giorno oppure se è peggiorato. Certo ne và del proseguo della nostra vacanza, perché se il guasto è da poco, lo faremo riparare noi e chissenefrega, ma se ci chiederanno una cifra elevata, dovremo avvisare il noleggiatore ed in questo caso, se dovremo contattare la sua rete di assistenza stradale, per motivi assicurativi, si potrebbe prospettare addirittura il rientro del mezzo in Patria.
Vedremo domani…

Km. oggi: 428
Km. totali: 8.238


Giorno 22 – 26/07: Trondheim – Eidsbygda
Passeggiando per Trondheim…

Si và avanti! La perdita di gasolio era una vera stupidaggine e non c’era nessuno pezzo rotto. Quando siamo arrivati a Stjordalsveien 32, all’officina Ford, il meccanico ha dato un’occhiata al motore ed ha visto da dove usciva il gasolio; ha preso una chiave inglese ed ha stretto il dado del tubo che porta gasolio ad uno dei quattro iniettori, che era lentissimo, poi ha stretto anche gli altri tre ed ha pulito il motore dal gasolio fuoriuscito con una pompa che gettava acqua ad alta pressione. Poi ha provato ancora il motore, ed era tutto ok! Mille ringraziamenti per il gentile meccanico e ci spostiamo in centro, approfittando della sosta a Trondheim, per visitare la città, complice anche, finalmente, una splendida e calda giornata di sole, dove ci togliamo i maglioni di lana grazie ai 24 gradi di temperatura!
Parcheggiamo a Kongsgardsgata, nel viale attiguo la Cattedrale di Nidarosdomen: 50 Nok per tutto il giorno. Il centro di Trondheim si gira molto bene a piedi e si snoda intorno alla via principale, la Munkegata. Partiamo subito dalla splendida Cattedrale, il cui ingresso è a pagamento, 50 Nok a testa, costruita nel XIV secolo e voluta da Re Olav III. Di fianco la Cattedrale ci sono i giardini che raccolgono il Palazzo Vescovile, l’Erkebispegarden, che oggi è adibito a Museo ed ad area per concerti. Tutt’intorno alla Cattedrale, nel giardino che la circonda, un cimitero con tombe che vanno dal 1800 ai giorni d’oggi.
Uscendo dalla Cattedrale prendiamo la Munkegata; il primo pezzo di strada è un’area dove sono collocati diversi musei ed il Palazzo Comunale, poi si giunge in una grande piazza dominata da una statua di Re Olav I. Qui in piazza c’è anche un piccolo mercato, metà adibito con bancarelle di abiti ed accessori e l’altra metà con banchi di frutta, dove acquistiamo squisite ciliegie e fragole.
Prendendo il proseguo di Munkegata, al numero 23 c’è il Stifsgarden, il più grande palazzo costruito in legno di tutta la Norvegia, che oggi è una delle Residenze Reali. L’ingresso è a pagamento e si può visitare.
Da Munkegata poi, si arriva su altre due strade piene di negozi, Prinsensgata e Kongensgata; da quest’ultima si arriva fino al Kjopmannsgata, la via che costeggia il fiume dove ci sono anche i “Bryggen”, i vecchi magazzini, con le case in legno affacciate sul canale risalenti al XVIII ed al XIX secolo.
Lasciamo Trondheim nel primo pomeriggio, decisi a scendere un altro po’ verso Sud; le prossime mete sono: il passo dei Trolls, Alesund e l’isola di Runde.
Usciamo dalla città con la E6, poi prendiamo la E39 nella parte sud delle periferia di Trondheim, verso Kristiansund e Alesund. Tutte le autostrade intorno a Trondheim sono a pagamento; 15 o 30 Nok, a seconda della tratta, vengono richieste da un casello automatico, dove bisogna esser forniti di monetine.
Qui la E39, dopo aver costeggiato un bel fiordo, una volta giunti ad Halsa si interrompe sulla banchina del piccolo porto, da dove ci si imbarca per Kanestraum (costo traghetto 160 Nok per il camper compreso il conducente, più 25 Nok a passeggero). La traversata dura un quarto d’ora e poi si riprende la E39 costeggiando il Bergsoyfjorden. Prima di Gjemnes c’è il bivio per Kristiansund e per Molde e Alesund. Per andare a Kristiansund si passa sotto un tunnel sottomarino, mentre noi che proseguiamo per Molde e Alesund, prendiamo un ponte di un chilometro e ottocento metri che è a pagamento! 65 Nok per il camper compreso il conducente, più altre 23 Nok per ogni passeggero!
Dopo il ponte si continua fino a costeggiare il Fannefjorden, ma prima di Molde noi svoltiamo a sinistra, per la 64. Qui prima si entra in un tunnel sottomarino che arriva su un’isoletta, dove poi c’è un ponte che unisce con la terraferma. Dopo pochi chilometri si arriva a Solsnes, dove ci si imbarca sul traghetto per Afarnes per una piccola traversata di dieci minuti (costo 137 Nok camper e conducente, più altre 22 Nok a passeggero).
Sbarcati ad Afarnes andiamo in direzione Andalsnes, ma ci fermiamo quasi subito ad Eidsbygda al Saltkjensnes Camping per la notte (coordinate N 62° 58 7894 – E 7° 53 062 – 185 Nok con carico, scarico ed elettricità), un campeggio attrezzatissimo, anche con possibilità di usare lavatrice ed asciugatrice, posizionato sulla riva del Romsdalsfjorden.
Tra l’altro, notiamo che da un paio di sere, a queste latitudini, dalle 11,30 a mezzanotte diventa quasi buio, e questo stato di quasi oscurità dura circa un paio d’ore.

Km. oggi: 266
Km. totali: 8.504


Giorno 23 – 27/07: Eidsbygda – Passo dei Trolls – Alesund – Leinoy
Toccando il cielo per vedere gli omini delle fiabe!

Anche oggi è stata una buona giornata dal punto di vista meteo: cielo poco nuvoloso ed una temperatura sui 23-24 gradi.
Partiamo dal campeggio e ci dirigiamo subito verso Andalsnes, dove ci fermiamo ad un supermercato a fare un po’ di spesa; poi prendiamo la E136, che percorriamo per pochi chilometri, e svoltiamo per la 63, la strada del Passo dei Trolls. La salita dei Trolls prevede 11 stretti tornanti che permettono di salire su un’imponente montagna, con una pendenza a volte anche superiore al 10%. Qui si ha la sensazione di salire quasi fino a toccare il cielo.
La velocità ovviamente è ridotta e raramente si superano i 50 Km/h, ma anche nei brevi tratti in cui si potrebbe superare tale velocità, è fantastico procedere lentamente per gustarsi fino in fondo quello che ci circonda. Salendo si scoprono pian piano due cascate, ed una delle due, la Cascata Stigfossen, è semplicemente fantastica. Noi riusciamo a fermarci nella piazzola proprio sotto la cascata, prima del ponte, per ammirare questo meraviglioso fenomeno della natura, ma se non vi fosse possibile fermarvi neanche per un secondo, vi converrà rallentare fino ad andare a passo d’uomo e con i finestrini aperti per gustarvi il rumore della cascata e la nebulizzazione dell’acqua.
Quando arriviamo su in cima, parcheggiamo il camper nel grande parcheggio e visitiamo i numerosi negozietti di souvenir, pieni ovviamente di Trolls, poi arriviamo a piedi fino alla terrazza, che ci permette di guardare giù, verso valle, guardando così anche il percorso a zig-zag della strada che si inerpica.
Anche la discesa verso Valldal, è fantastica, ricca di piccoli ghiacciai che formano ruscelli d’acqua che poi diventano torrenti, i quali poi formano rapide e cascate.
Arrivati a valle, notiamo che i campi sono pieni di colture di fragole e per strada è pieno di banchetti dove vendono questi frutti deliziosi.
Da Valldal poi si arriva a Linge, dove ci si imbarca per Eisdal per arrivare al fiordo di Geiranger. Noi però che abbiamo ancora un po’ di giorni a disposizione, decidiamo di tornare qui nei pressi (Geiranger è a 25 Km. da Eisdal) per arrivare a Geiranger da sotto e via mare, puntando ora su Alesund per poi arrivare a Runde. Da Runde poi punteremo su Nordfjordeid e da lì raggiungeremo Hellesylt, da dove traghetteremo lungo il Geirangerfjorden fino a Geiranger.
Ad Alesund arriviamo poco prima delle 17. Questo ci permette di passeggiare per il centro storico e per l’area pedonale della cittadina, Notenesgata, Kongensgata e Lovenvoldgata, però la maggior parte dei negozi sono chiusi, perché qui i negozi chiudono alle 17, tranne che nei centri commerciali.
Andiamo anche al porto, per cercare informazioni sul traghetto per Hareid, necessario per arrivare a Runde: scopriamo però che la tratta Alesund-Hareid è percorsa soltanto dall’Hurtingbot, il catamarano della compagnia dell’Hurtigruten, che non imbarca auto e camper.
Ci spostiamo così in serata a Sulesund, 25 km. a sud di Alesund, da dove ci imbarchiamo per Hareid, per una traversata di una ventina di minuti e dal costo di 83 Nok per il camper ed il conducente, più altre 30 Nok a passeggero.
Sbarcati ad Hareid, con la 61 percorriamo i 13 km. per arrivare ad Ulstein, ma andiamo ancora avanti perché non troviamo un campeggio per fermarci. Prendiamo al 654 per Fosnavag, proseguendo fino a Leinoy, dove ci fermiamo all’Heroy Kystcamp (coordinate N 62° 34 154 – E 5° 69 311 – 130 Nok con carico, scarico ed elettricità). Siamo alle porte dell’isola di Runde, dove domani andremo a vedere le colonie di pulcinella di mare.

Km. oggi: 222
Km. totali: 8.726


Giorno 24 – 28/07: Leinoy – Runde – Hornindal
Chi l’ha viste?

Non tutto và come ci si aspetta che vada! Ed oggi è stato esattamente così!
Già alle cinque del mattino la pioggia cadeva incessante sul camper ed alle nove ancora veniva giù! Ovvio quindi che con la pioggia non si prospettava una gran giornata per vedere varie specie di uccelli!
Verso le 10, quando ha iniziato a smettere di piovere, ci spostiamo su a Runde, distante pochi chilometri dal campeggio dove abbiamo sostato per la notte. A Runde tutto è come non ce lo saremmo mai aspettato! Nel nostro immaginario c’era una scogliera, tipo quella dove avevamo visto la colonia di gabbiani ad Ekkeroy il giorno 15, dove nidificano i “puffin” come li chiamano da queste parti, per noi Pulcinella di mare.
Invece, tutto è come mai avremmo creduto che fosse: innanzitutto, su tutta l’isola ci sono poco meno di 5 km. di strada asfaltata e percorribile. Un paio di campeggi, che sembrano più dei parcheggi che campeggi, ed un parcheggio. Poi, uno slargo dove l’autobus di linea fa inversione di marcia. Fine! Il resto, sono sentieri di montagna, da percorrere a piedi!
Poco male, se fosse solo così! In tutta l’isola, ci sono 4 o 5 mappe che indicano i sentieri da percorrere con i punti d’osservazione per vedere gli uccelli. Da nessuna parte viene indicato dove poter vedere i pulcinella di mare o qualsiasi altra specie di uccelli! C’è un percorso da fare a piedi lungo una ventina di chilometri, tutto in montagna, e tu scegli dove andare. Se sei fortunato e vai dalla parte giusta, vedi i pulcinella, se non lo sei, vedi altri tipi di uccelli, ma che puoi vedere in qualsiasi altra parte della Norvegia molto più comodamente! Se ci mettete che questa camminata in montagna, è stata fatta su pietre rese scivolose dalla pioggia e nel fango, avrete un quadro molto più dettagliato della situazione!
Nella nostra lunga camminata, di cui la prima parte fatta sotto una pioggerellina alquanto fastidiosa, abbiamo potuto vedere migliaia di gabbiani, poi cormorani, altri uccelli di cui non sapremo mai il nome, ma pulcinella di mare…nothing! Nada! Niecht! Rien! Niente!
Le facce sconsolate di chi incontravamo lungo il nostro percorso, però, ci hanno dato l’impressione che anche agli altri non sia andata meglio di come è andata a noi.
Bambini che partivano in rincorsa sulla salita iniziale, mossi dall’entusiasmo di vedere questi splendidi uccelli, i puffin, che se li rincontravi tre ore più tardi avevano la faccia imbronciata e stanca.
Adulti con sguardi sofferenti che salivano o scendevano, a seconda della direzione; alcuni ci guardavano ed osavano chiedere: “Have you see any bird? Have you see any puffin?” “Nothing!” la nostra risposta! Cormorani e gabbiani a milioni, ma pulcinelle… forse avremmo potuto vederle a Napoli!
In pratica, in tutta la Norvegia, da Oslo a Capo Nord, potrete trovare cartoline e fotografie dei pulcinella di mare di Runde, ma quando arrivate a Runde, non c’è uno straccio di indicazione che ti dice dove andare per vederle e come fare! Se sognate di fare una fotografia come quella inserita all’inizio del racconto di questo giorno nel diario, beh, allora scordatevelo!
Se siete amanti delle passeggiate in montagna, e se trovate una bella giornata, andate pure sui sentieri: vedrete panorami fantastici e tantissimi uccelli, soprattutto gabbiani, ma se volete vedere i pulcinella di mare, allora forse è meglio sfidare il freddo ed il mare mosso ed andare a vederli in barca a Andenes o a Gjesvaer, perché vedere questi uccelli a Runde è semplice quanto fare un sei al superenalotto in Italia!
Gli unici due pulcinella di mare che abbiamo visto, li abbiamo potuti vedere nel supermercato sulla strada, prima di uscire sul ponte dall’isola, imbalsamati e messi in bella esposizione! Alla faccia dell’ecologia e del rispetto della natura e di questi uccelli, tra l’altro!
Verso le quattro del pomeriggio, dopo questa avventura deludente, perché avevamo in mente di vedere questi uccelli dall’Italia e da mesi, verso le 16 ci spostiamo e torniamo indietro sulla 654, fermandoci in un camper service gratuito sulla strada, prima di Fosnavag, e poi prendiamo la 61 fino ad Arvik, dove ci imbarchiamo sul traghetto per Koparnes (costo 51 Nok camper e conducente, più altre 21 Nok a passeggero) per una breve traversata di dieci minuti.
Da Koparnes proseguiamo sulla 61 fino a Maurstad, poi prendiamo la 15 per Nordfjordeid, che qui chiamano semplicemente Eid, costeggiando tutto il Nordefjorden. Peccato che la bellezza del panorama sia un po’ rovinata dalle nuvole nere che si preparano a scaricare altra pioggia.
Dopo Nordfjordeid, proseguiamo sulla 15, costeggiando il lago Hornindalsvatn, poi prendiamo la 60 per Stranda, fermandoci a Hornindal, poco prima di Hellesylt, dove domani traghetteremo per Geiranger sul Geirangerfjorden. Ci fermiamo all’Hornindalrokken Turistsenter (coordinate N 62° 01 780 – E 6° 68 319), un camping dove con 160 Nok abbiamo la sola elettricità, visto che il camper service dove caricare e scaricare, è posizionato appena fuori il Camping, sulla strada.

Km. oggi: 189
Km. totali: 8.915


Giorno 25 – 29/07: Hornindal – Geirangerfjorden – Dalsnibba- Lom
Geirangerfjorden: un luogo incantato!

Giornata semplicemente fantastica, sia dal punto di vista climatico, cielo poco nuvoloso ed oltre 25 gradi di temperatura, che dal punto di vista emotivo, per quel che abbiamo visto. Chilometri pochi, ma emozioni tante!
Partiamo in mattinata dal campeggio, proseguendo fino a Hellesylt, fermandoci al porto per aspettare il traghetto per Geiranger. Al porto, c’è anche un camper service, per chi ne dovesse avere bisogno. La traversata Hellesylt-Geiranger non è una tratta forzata come altre che servono necessariamente per attraversare un fiordo da parte a parte. Infatti, se si viene da Eid, si può proseguire sulla 15 arrivando fino a Geiranger su strada.
Ma la traversata è qualcosa di semplicemente fantastico, perché dura un’ora, partendo dal Sunnylvsfjorden per poi immettersi nel Geirangerfjorden, navigando in questo luogo incantato fatto di montagne con pareti a strapiombo che finiscono verticalmente nel mare azzurro, con numerose cascate che si gettano nel mare con salti spettacolari.
Il costo di questa mini-crociera di un’ora è di 390 Nok per il camper ed il conducente, più altre 98 Nok a passeggero.
Vedere il fiordo dal centro e dal mare, regala sicuramente un’emozione diversa di quella che si ha vedendolo dall’alto. Se fate la traversata e poi, una volta sbarcati, vi dirigete verso Lom, potrete ammirare il fiordo sia dal mare che dall’alto.
Infatti quando si sbarca si riprende la 63 lasciando il centro cittadino di Geiranger (molto simile ad una delle nostre cittadine dolomitiche) e si inizia subito a salire con tornanti disegnati sulla montagna che portano ad un’altezza di 500-600 metri; sulla strada, ci sono numerose piazzole, tipo belvedere, da dove si può ammirare il fiordo dall’alto. In una c’è anche una poltrona in legno, in omaggio alla regina Sonja, che si affaccia sul fiordo da dove potrete meditare ed ammirare questo
spettacolo della natura.
Dopo pochi chilometri di salita, vale la pena fare una deviazione di 5 km. e salire su a Dalsnibba, a 1.500 mt.di altezza e di fronte ad un ghiacciaio fantastico; l’ingresso è a pagamento, 65 Nok a camper ma qui, sulla terrazza panoramica, potrete dire di aver toccato le nuvole con una mano! Anche dalla parte della strada, ci sono ancora parecchie zone innevate e ne approfittiamo per fare una passeggiata sulla neve, con numerose foto. Quel che ci vede da quassù è una cosa semplicemente fantastica!
Scendiamo da Dalsnibba verso le 17,30 e ci avviamo verso Lom, prendendo la 15 alla fine della discesa da Geiranger. Qui la strada corre accanto ad un fiume che forma numerose rapide e cascate, tra cui Pollfoss è la più bella.
Sul fiume ci sono anche numerosi campeggi e noi ci fermiamo per la notte a uno di questi, il Gjeilo Camping (coordinate N 61° 87 171 – E 8° 45 373), a 7 km.da Lom, dove per 130 Nok abbiamo carico, scarico ed elettricità. Il camping è anche attrezzato con la lavatrice e l’asciugatrice e ne approfittiamo per fare un bucato decente!
Andiamo a dormire verso mezzanotte, quando ormai il buio della notte inizia a tornare a queste latitudini.

Km. oggi: 114
Km. totali: 9.029


Giorno 26 – 30/07: Lom – Juvasshyta – Ornes
A piedi sul ghiaccio!

Dopo una notte piovosa, è seguita una giornata variabile con sole e pioggia che si sono alternati in una giornata tutto sommato calda, sopra ai 20 gradi.
In mattinata, poco dopo esser partiti dal campeggio, ci siamo fermati a vedere la prima Stavkirke incontrata sul nostro percorso, quella di Lom, una delle tante chiese in legno costruite in questo paese. La chiesa è stata costruita nel 1150 e poi ampliata in due fasi nel 1634 e nel 1664. L’ingresso costa 40 Nok a persona e ci viene fornita anche una spiegazione della Chiesa e di tutti i lavori di costruzione e ristrutturazione in italiano.
Ci rimettiamo poi in marcia prendendo la 55 per Sogndal, ma deviamo subito per Juvasshytta, località sciistica, dove si scia anche adesso a luglio, ai piedi del Galdhopiggen, la vetta più alta della Norvegia con i suoi 2469 metri. La salita è a pagamento e costa 85 Nok a camper. La strada sale con ripidi ed impegnativi tornanti e quando giungiamo sul piazzale di arrivo, ci ritroviamo ai piedi del ghiacciaio.
Rimaniamo quassù ad ammirare questa bellezza della natura passeggiando anche un po’ sulla neve, poi dopo pranzo iniziamo la discesa, che è talmente ripida che quando arriviamo a metà, dov’è la postazione per il pagamento della salita e dove c’è anche un camping, dobbiamo fermarci a far raffreddare i freni per non rischiare di danneggiarli nel proseguo della discesa.
Ripresa la 55, dopo pochi chilometri ci ritroviamo Elveseter, una piccolo borgo interamente costruito in legno verso la fine del 1700 da un tale Rasmussen Elveseter e dove ancora oggi vivono dei suoi discendenti.
Un violento temporale poi ci sorprende sul passo del Sognefjell, a 1440 mt. di altitudine, ed è un peccato che la tanta pioggia e le nuvole basse ci oscurino il panorama sui ghiacciai dell’Hurrungane e di tutto lo Jotunheimen Nasjonal Park.
Scendiamo poi fino a Skjolden, e quando vediamo il Lustrafjorden, ecco che rispunta il sole. Qui, invece che tirar dritti per Sogndal, deviamo sulla strada che costeggia l’altra riva del fiordo e che arriva fino a Ornes, dove c’è l’Urnes Stavkirke, anche questa risalente al 1150. Visitiamo questa chiesa in legno da fuori, perché sono le 19 ed è chiusa. All’inizio della salita dov’è la chiesa, c’è anche un banchetto di ciliegie e lamponi: il proprietario, o la proprietaria, non c’è ed ha lasciato tutta la sua merce là, con l’indicazione del costo, 15 Nok a cestino. Prendiamo due cestini e lasciamo sul banchetto 30 corone.
La strada finisce qui, nel minuscolo borgo di Ornes, dove c’è anche un piccolo molo da dove parte il traghetto per Solvorn, dall’altra parte del fiordo. L’ultimo traghetto l’abbiamo perso, è partito alle 17,50, quindi decidiamo di dormire sul molo (coordinate N 61° 29 947 – E 7° 31 309) per aspettare il primo di domani mattina, alle 8,10. Tornare indietro di 31 km. fino all’inizio di questa strada per fare altri 60 km. e ritrovarci dall’altra parte del fiordo alle nove di sera non ci conviene, tanto vale rimanere a dormire qui.

Km. oggi: 146
Km. totali: 9.175


Giorno 27 – 31/07: Ornes – Flam – Bergen
La Flamsbana, la ferrovia più ripida del mondo!

Sveglia presto e sotto la pioggia, in tempo per prendere il primo traghetto del mattino. Chiamarlo traghetto è una parola grossa! Sembra più un barcone ed oltre a noi sale solo una jeep. Il traghetto poi è talmente piccolo che ha una sola parte dove entrare ed uscire e quindi ci fanno entrare in retromarcia per uscire dritti. La traversata, di dieci minuti circa, ci viene a costare 140 Nok per il camper ed il conducente, più 26 Nok a passeggero.
Sbarcati a Solvorn, arriviamo rapidamente a Sogndal, dove ci fermiamo per fare un po’ di spesa e per cambiare qualche euro. Da Sogndal prendiamo la 5 per Kaupanger e dopo il tunnel Ardalsfjorden, di 3 km., ci ritroviamo una sorpresa. Il ponte che ben due stradari ci segnavano per andare da una parte all’altra del fiordo non c’è, ed al suo posto c’è un traghetto che và da Manheller, subito dopo l’uscita della galleria, fino a Fodnes, sull’altra riva. L’unico che ci segnalava il traghetto, era il nostro Tomtom! Altro non possiamo fare, quindi altre 230 Nok per il camper e conducente, più 32 Nok a passeggero!
Sbarcati a Fodnes, si arriva a subito al bivio tra la 5 e la 53; noi proseguiamo sulla 5, e da qui iniziano una serie di gallerie lunghissime fino a Bergen. La prima, a Laerdal, è una delle più lunghe del mondo, a livello stradale, se non la più lunga: ben 24 km, ed all’interno ci sono 3 tratti con delle piazzole, che grazie ad un’illuminazione speciale danno l’illusione ottica di passare sotto un tunnel di ghiaccio.
Usciti dalla galleria si arriva presto a Flam, dove ci fermiamo e prendiamo la Flamsbana, la ferrovia più ripida del mondo (costo 275 Nok a persona andata e ritorno). La ferrovia è lunga 20 km. e va da Flam a Myrdal, passando dal livello del mare fino agli 866 metri del punto di arrivo. Quasi l’80% dei binari hanno un grado di salita del 5,5%, che corrisponde ad un metro di salita ogni 18 metri. La ferrovia fu costruita in circa 20 anni di lavoro e nei suoi 20 km. è attraversata da 20 tunnel, di cui ben 18 scavati manualmente per non danneggiare la montagna. Durante il tragitto si possono ammirare fiumi che scorrono in stretti crepacci, cascate mozzafiato, fattorie aggrappate a pendii, valli fantastiche ed in fondo, il fiordo di Aurlandfjorden. E quando il treno passa davanti la cascata di Kjosfossen, effettua una fermata per consentire di scendere ed ammirare la potenza e la bellezza di questa cascata. Se mai prenderete questo treno e davanti questa cascata sentirete una musica soave ed in lontananza vi apparirà una ragazza bionda danzante, non è un miraggio!
Myrdal non presenta grandi attrattive tali da poter rimanere qualche ora, quindi decidiamo di riscendere a Flam con il primo treno disponibile e di rimetterci in marcia, stavolta verso Bergen.
Passiamo Voss e sempre con la E 16, tra un tunnel e l’altro (di cui uno lungo 11,4 km. ed un altro circa 6), arriviamo a Bergen in serata.
Parcheggiamo il camper sulla 585, in una strada vicino al porto che si chiama Bontelabo. L’area attrezzata poco più indietro è piena e quindi ci fermiamo in questo parcheggio (coordinate N 60° 40 130 – E 5° 31 707) che è stato preso d’assalto da altri camperisti e da un equipaggio internazionale formato da 8 Hammer diretti in Islanda e che hanno la nave domani mattina per le Far Oer. Passeremo la notte qui, anche se la sosta consentita è di massimo due ore. Nessuno ci dirà nulla.
Bergen ci appare subito come una città vivissima e ci dirigiamo a piedi a Torget, la famosa piazza, sul porto, dove c’è anche il quotidiano mercato del pesce (che vedremo domani mattina a questo punto). Dalla piazza poi parte anche la strada dei Bryggen, i magazzini in legno lungo il porto. Prima di cenare, visto che la serata è splendida e soleggiata, saliamo sulla Floibanen, la ferrovia a cremagliera che porta sui 320 metri del monte Floyen in soli 7 minuti, da dove ammiriamo Bergen ed il suo fiordo dall’alto.
Scendiamo e ceniamo da Egon, un ristorante proprio sulla Torget, dove mangiamo ottimi piatti di carne con dell’ottima birra, anche se un po’ caro (37 € a testa).

Km. oggi: 250
Km. totali: 9.425


Giorno 28 – 01/08: Bergen – Norheimsund
Una città fantastica!

La nottata non è stata delle migliori: Bontelabo è proprio la strada dei magazzini portuali ed è a ridosso del porto, così quando nella notte hanno attraccato due navi da crociera, i camion hanno iniziato a far su e giù dai magazzini alle navi per i rifornimenti di cui avevano bisogno. Inoltre, la mattina è arrivata la nave dalle Far Oer e quando ha sbarcato si è sentito un gran fracasso.
Comunque, a parte questo particolare, la mattina iniziamo a girare Bergen sotto un cielo sereno ed un sole caldo, tanto che abbiamo ritirato fuori le maglie a manica corta.
Notiamo che la città è piena di italiani, sia quelli come noi che sono venuti a Bergen perché tappa di un itinerario in tutta la Norvegia o la Scandinavia, sia perché c’è un folto gruppo di camperisti italiani che si deve imbarcare sul traghetto per Torshavn, diretti quindi alle Far Oer e da lì in Islanda.
Andiamo subito al mercato del pesce di Torget, e lo troviamo straordinario. Sulle bancarelle pesci e crostacei di ogni tipo, dal merluzzo allo stoccafisso, dal salmone alle rane pescatrici, dagli scampi ai granchi, senza dimenticare i sempre presenti gamberetti, che da queste parti sono fantastici.
Notiamo che gli addetti alla vendita vengono da ogni parte d’Europa e moltissimi sono italiani; proprio da un ragazzo di Perugia, che lavora al banco insieme ad un veneto, un emiliano, uno spagnolo ed un norvegese, delle chele di granchio incredibilmente buone già crude, dei gamberetti, del salmone selvatico, prendiamo degli scampi enormi e dei granchi di fiume. La cena di stasera sarà a base di pesce e sarà fantastica!
Torniamo al camper per sistemare il pesce in frigo e poi torniamo a Torget, facendo un bel giro ai Bryggen, e poi ci dirigiamo alla Cattedrale di Domkirken, una chiesa risalente al 12° secolo e restaurata più volte quasi sempre a causa di incendi.
Ci spostiamo poi al Lille Lungegardsvann, un laghetto artificiale con un fontana al centro per poi passare sulla Christies gate, tornando poi a Torget dal Torgalmenningen, una via dove ci sono, oltre a moltissimi negozi, anche diversi artisti di strada.
Al mercato del pesce si può anche pranzare, perché in tutte le bancarelle si trovano panini o tartine con salmone e gamberetti. Sopra ad ogni fila di panini, c’è un cronometro che segna il tempo da quando i panini sono stati preparati, a dimostrare la freschezza del prodotto. C’è anche un chiosco dove friggono baccalà, gamberi e calamari, ed è qui che noi pranziamo.
Dopo pranzo ci dirigiamo a Nordnesbakken,sulla riva opposta a dove ci sono i magazzini e dove attraccano le navi da crociera ed i traghetti internazionali. Qui c’è l’acquario di Bergen, dove c’è tutta la fauna del mare norvegese, con foche e pinguini che fanno la parte delle star dell’acquario.
Se mai capiterete qui, non perdetevi il momento in cui viene dato da mangiare sia alle foche che ai pinguini; il pasto viene servito ogni tre ore da un ragazzo che ha ammaestrato questi animali, alle 12, alle 15 ed alle 18. Un vero spettacolo!
Torniamo al camper verso dopo le 18, e lasciamo Bergen lasciando un pezzo di cuore in questa città fantastica, piena di vita e di turisti, una città che sembra non dormire mai, tanto da non sembrare una città scandinava.
Usciamo da Bergen dalla E16, prendendo poi la 7 per Tarvikbyd, dove traghetteremo per Jondal, diretti a Odda, Tau e poi verso il Preikestolen, il Pulpito.
Ci fermiamo quasi subito però, a Norheimsund, al Mo Camping (coordinate N 60° 37 075 – E 6° 12 522), dove per 130 Nok abbiamo carico, scarico ed elettricità. Ci serviva un campeggio perché avevamo i serbatoi delle acque grigie e nere pieni e perché eravamo quasi a secco d’acqua. E poi, c’era il pesce di Bergen da cucinare…

Km. oggi: 68
Km. totali: 9.493


Giorno 29 – 02/08: Norheimsund – Preikestolen
Verso il Pulpito!

Giornata di trasferimento verso Sud, verso il Pulpito. Dal Camping prendiamo la 49 per Torvikbygd, distante una quindicina di km, dove c’è il traghetto per Jondal. Arriviamo al molo che il traghetto è appena arrivato e quindi i tempi di attesa sono quasi nulli. La traversata dura una decina di minuti e ci costa 65 Nok per il camper ed il conducente, più 25 Nok a passeggero. Da Jondal risaliamo sulla 550 per Utne, costeggiando l’Hardangerfjorden; qui ci sono moltissime coltivazioni di ciliegie e di mele, ed ogni agricoltore ha un proprio banchetto sulla strada dove vende ciliegie. Come a Ornes, alla vendita non c’è nessuno; le ciliegie sono esposte e c’è una cassettina con la scritta “Please, pay here!” Che bellezza! In Italia non avrebbero lasciato neanche il banchetto! La strada è molto stretta fino a Utnes, tanto da non consentire il passaggio di due mezzi contemporaneamente; fortuna che il traffico è nullo e, comunque, ci sono spesso le piazzole, contrassegnate con una M, dove fermarsi per far passare chi viene dal senso opposto.
Dopo Utnes, la strada ricomincia a scendere verso Sud in direzione di Odda, lungo il Sorfjorden. Odda è una piccola cittadina industriale e quindi, non perdiamo tempo nel fermarci qui. Dopo Odda la strada diventa la n. 13 e subito dopo Steinaberg Bru, prendiamo in direzione Roldal e poco prima di arrivare a questo paese, deviamo, sempre sulla 13, per Sandnes.
Su questo pezzo di strada, si passa proprio sotto le Latefoss, delle bellissime cascate che sfiorano la strada, ed è impossibile non fermarsi a fotografarle!
Giunti a Sand continuiamo la nostra discesa, fermandoci a Nesvik per traghettare a Hjelmeland (costo 126 Nok per il camper ed il conducente, più 21 Nok a passeggero). La traversata è breve, anche questa dura una decina di minuti, e da Hjelmeland arriviamo fino a Tau, dove iniziamo a seguire le indicazioni per il Preikestolen. Arriviamo verso le 18,30 ed è tardi per andare a vedere il Pulpito, in quanto sono necessarie due ore di cammino a piedi. Andremo domani, sperando le nuvole nere presenti stasera non ci assillino domani con la pioggia, anche perché oggi è stata una bella giornata, soleggiata e calda.
Il Preikestolen Camping (coordinate N 58° 99 849 – E 6° 09 313 – www.preikestolencamping.com)
è proprio all’inizio della strada per il Pulpito, a 4 km. dal parcheggio. Bello e ben attrezzato, è però sicuramente uno dei più cari della Norvegia (230 Nok con carico, scarico ed elettricità).

Km. oggi: 326
Km. totali: 9.819


Giorno 30 – 03/08: Preikestolen – Egenes
Lassù, sul Pulpito a guardare al mare!

Sveglia presto stamattina, c’è da camminare! Andiamo via dal Camping intorno alle 9 e facciamo i 4 km. che ci portano al parcheggio del Preikestolen. Il parcheggio per i camper, costa 85 Nok.
La salita a piedi per arrivare alla roccia del Pulpito è lunga 3,8 km., ed ha tre strappi di salita ripida, abbastanza faticosi, mentre il resto è un sali-scendi che permette di riprendere fiato. La discesa è in più punti impegnativa, per via del terreno quasi sempre roccioso.
Durante il percorso ci sono anche due laghetti, ed in uno dei due si può anche fare il bagno, se la giornata lo permette. E questa giornata lo permette, perché abbiamo avuto cielo coperto durante la salita, il che non ci è dispiaciuto perché era meno caldo, ed un bel sole durante la discesa. La temperatura è sempre stata tra i 21 ed i 27 gradi.
La salita per il Pulipito è un po’ come una delle tante salite che si fanno nelle nostre Dolomiti; impegnative ma belle. Se amate il trekking non avrete problemi a farla; comunque, conviene sempre salire con delle scarpe da trekking o da montagna ed uno zaino contenente acqua, biscotti, qualcosa di dolce per prevenire un calo di zuccheri, ed un kway per la pioggia. Un bastone da montagna, di quelli con la punta d’acciaio, aiuta moltissimo nella salita.
Quando si arriva su si assiste ad uno spettacolo unico ed entusiasmante, che lascia ben poco da dire. La roccia del Pulpito è una rupe a strapiombo di 600 metri sul mare, sul Lysefjorden; affacciarsi giù mette davvero i brividi. Questo è il più famoso Belvedere di tutta la Scandinavia!
Impieghiamo circa 3 ore a salire, mentre a scendere ci mettiamo un paio d’ore. Verso le 17, dopo delle necessarie docce per tutti, andiamo via da questo posto fantastico.
D’ora in poi, inizia il viaggio di ritorno a casa. Arriviamo con la 13 a Oanes, dove ci si imbarca per Lauvvik. Il costo è di 126 Nok per camper e conducente, più 21 Nok a passeggero e la traversata è di circa dieci minuti. Questo è il nostro ultimo traghetto interno in Norvegia (il diciottesimo interno).
Sbarcati a Lauvvik proseguiamo sulla 13 fino a Hole, poi svoltiamo per Oltedal e poi sulla 45 per Algard, dove prendiamo al E39 per Kristiansand.
Facciamo una piccola deviazione, di 10 km., fino a Egersund, dove proviamo ad informarci sui traghetti per la Danimarca. Oggi ce n’era uno alle 16, domani non c’è nulla ed il prossimo è per sabato alle 17.
Torniamo sulla E39 diretti a Kristiansand, dove proveremo a vedere se lì c’è qualcosa. Il problema è che questi sono traghetti di lunga tratta e di solito vanno prenotati, e noi non potevamo prenotare perché non sapevamo il giorno esatto in cui avremmo potuto prendere il traghetto.
Ci fermiamo per la notte vicino Flekkefjord, a Egenes, all’Egenes Camping (coordinate N 58° 28 834 – E 6° 71 545) dove per 210 Nok abbiamo carico, scarico ed elettricità. Qui a Sud della Norvegia, abbiamo trovato i campeggi più cari.
Siamo a non più di 50 km. dal Lindesnes Fyr, il punto più a Sud della Norvegia. Dopo esser stati nel punto più a Nord, domani non si potrà non andare in quello più a Sud!

Km. oggi: 182
Km. totali: 10.001


Giorno 31 – 04/08: Egenes – Lindesnes Fyr - Tversted
Lindesnes, il punto più a sud della Norvegia!

Da oggi iniziano le giornate che sono prevalentemente di trasferimento verso l’Italia; ormai stiamo tornando a casa.
Partiamo dal campeggio dopo le consuete operazioni di carico e scarico, sotto un bel cielo sereno ma con un freddo pungente, poco più di 13 gradi, causati più che altro dalla forte umidità. Già nel corso della mattinata però, la temperatura si alzerà fino a toccare i 26 gradi. Riprendiamo la E39 verso Kristiansand, uscendo però a Lyngdal sulla 43, che facciamo fino a Spangereid, dove poi prendiamo la 460 per Lindesnes. La strada finisce proprio al faro, che è il punto più a Sud della Norvegia (coordinate N 57° 58 95 – E 7° 02 80).
La cosa sgradevole però è che, al contrario di tutti i fari visitati in Norvegia, Slettness in primis visto che è il faro più a Nord del mondo, è che qui si paga un ingresso di 40 Nok a persona! In cambio ti fanno vedere un paio di casette adibite ad una sorta di museo, della pesca e del faro stesso, e ti fanno salire sul faro per vedere la vista e fare delle foto! Volendo poi, c’è anche un filmatino da vedere. Almeno però, la vista sullo Skagerrak, così viene chiamato questo pezzo di mare tra Norvegia e Danimarca, è superba.
Lasciamo Lindesnes subito verso le 14, riprendendo la 460 fino a Vigeland, dove riprendiamo la E39, arrivando in un’oretta al porto di Kristiansand, dove ci informiamo al Terminal degli internazionali sulla disponibilità dei traghetti. C’è un traghetto della Color Line per Hirtshals alle 17, ma è pieno, poi ce n’è uno della MasterFerry alle 18,45 per Hanstholm ed ancora un altro alle 19,15 della Color Line sempre per Hirtshals. Potendo scegliere tra Hanstholm e Hirtshals, scegliamo la seconda, perché più vicina a Skagen, dove vogliamo arrivare. Il costo del traghetto è molto elevato, 3.710 Nok per camper e passeggeri, che al cambio fanno quasi 464 €.
La traversata dura 4 ore e mezza ed è piacevolissima, perché fatta a bordo di una vera nave da crociera a 9 piani, con bar, ristoranti, musica dal vivo, cinema, casinò e sale giochi.
Sbarchiamo a Hirtshals verso mezzanotte e ci rendiamo conto subito che è impossibile pernottare al porto. Scendiamo qualche chilometro sulla E39, poi prendiamo la 597 per Skagen. Qui, subito dopo l’uscita di Tversted, ci fermiamo a dormire ad una piazzola di sosta, dove vediamo che è fermo anche un camper tedesco.

Km. oggi: 185
Km. totali: 10.186


Giorno 32 – 05/08: Tversted – Skagen – Brackel
L’incontro delle maree!

Ci svegliamo di buon ora ma dedichiamo un po’ di tempo al cambio degli abiti, rimettendo nel gavone quelli pesanti e ritirando su quelli leggeri. Il cielo è sereno e già alle 10 del mattino ci sono 27 gradi. Per lo scarico del WC usiamo il bagno dell’area di sosta, mentre per il carico d’acqua un’area di servizio.
Con la 597 arriviamo a prendere la 40, e dopo pochi chilometri siamo a Skagen, un piccolo paesino di mare, che vive di villeggianti. Qui potete anche fermarvi a fare una passeggiata nel piccolo centro, isola pedonale, che è pieno di negozietti.
Da Skagen, si prosegue per 5 km. fino a arrivare a Green, dove la strada finisce al faro. Qui si parcheggia il camper nell’ampio parcheggio e si scende in spiaggia, dove camminando a piedi si arriva in una ventina di minuti fino alla punta più a nord della Danimarca, dove le due maree, una proveniente dalla parte ovest e dalla Gran Bretagna, l’altra dalla parte est e quindi dalla Svezia, si scontrano formando un gioco di correnti e di onde notevole già con il mare calmo. Vi basti pensare che qui c’è il divieto di balneazione con tanto di pericolo di morte. Fare il bagno qui dove non si tocca, vuole dire rischiare veramente di non raccontarla.
Torniamo nel camper, che sotto il sole è infuocato, verso le 13 e dopo uno snack, lasciamo anche questo posto meritevole di una visita.
Scendiamo sulla 40 fino a prendere l’autostrada E45, che non lasceremo fino al confine tedesco di Flensburg. In Germania l’autostrada diventa l’A7, che percorriamo superando prima Kiel e poi Amburgo. Ci fermiamo a cenare (con dell’ottima carne danese acquistata nel pomeriggio prima del confine tedesco) e dormire in un’area di sosta dell’A7 nei pressi di Brackel (coordinate N 53° 33 140 – E 10° 04 246), 130 km. a nord di Hannover. Stiamo procedendo molto veloci con il rientro in Italia, perché abbiamo in programma una visita a dei nostri amici in Liguria e Toscana prima di rientrare a Roma.

Km. oggi: 604
Km. totali: 10.790


Giorno 33 – 06/08: Brackel – Rothenburg ob der Tauber
Rothenburg, un paesino medievale!

Altra giornata di avvicinamento verso l’Italia, con tutta la strada percorsa sull’autobahn A7.
Essendo domenica c’è molto traffico sull’autostrada, e più volte procediamo ad elastico. Troviamo anche un incidente che ci fa perdere qualche minuto in coda. Il cielo è coperto e la temperatura sui 20 gradi facilita il viaggio.
Raggiungiamo verso le 16,30 il paese di Rothenburg ob der Tauber, che merita veramente una visita.
Si tratta di un paesino medievale, dove si può passeggiare nel centro storico e visitare i vari negozietti di souvenirs, oltre ad ammirare la chiesa e i vari palazzetti antichi. Qui passa anche la Romantiche Strasse, una strada che và da Wurzburg a Fussen toccando numerose valli e castelli. Nelle pasticcerie si trova un dolce tipico, le Schneeballen; si tratta di palle dolci grandi come una palla da tennis, il cui impasto è molto simile alle nostre frappe di carnevale. Anzi, a dir la verità, sembrano delle frappe arrotolate tra loro fino a formare una palla. Si trovano ai gusti più svariati: cioccolato, nocciola, pistacchio, mandorla, Cointreau, Champagne, con lo zucchero a velo o con quello normale, ed altri gusti ancora.
Il paesino è circondato dalle antiche mura, sulle quali è anche possibile camminare lungo tutto il percorso, accedendo da dalle scale che sono presenti in più parti delle mura.
Inizia anche a piovere ma rimaniamo qui anche per cena; andiamo da Landsknechtstbachen, al numero 21 della Geigengasse, un ristorantino dove mangiamo delle ottime bistecche, ai ferri e con della salsa di vino rosso, e delle patate fritte e gratinate con il formaggio, accompagnate da birra tedesca ed il tutto per 15€ a persona. Bisogna mangiare però entro le 21, perché a quest’ora i ristoranti chiudono. Infatti il gestore manda via ben 9 persone una volta superato quest’orario e quando noi usciamo dal locale, pochi minuti dopo le 21, il paese si è letteralmente svuotato tanto da apparirci deserto.
Rimaniamo a dormire qui a Rothenburg, al Parkplaza 3 (coordinate N 49° 38 172 – E 10° 18 916), un parcheggio dove i camper possono sostare al costo di 50 centesimi l’ora oppure 6€ per 24 ore (dopo le undici ore di sosta la macchinetta per il ticket arriva direttamente alle 24 ore di sosta). Qui nel parcheggio c’è anche un camper service per lo scarico del WC e delle acque che funziona con una moneta da un euro, ed eroga anche una quantità massima di 80 litri d’acqua. Se questa quantità non bastasse, basterà inserire un’altra moneta da un euro.
Siamo a 200 km. circa da Monaco di Baviera ed a 370 dal confine italiano.

Km. oggi: 528
Km. totali: 11.318


Giorno 34 – 07/08: Rothenburg ob der Tauber – Parma
Verso l’Italia.

Giornata passata interamente sul camper in direzione Italia. Il tempo è sempre coperto ed a tratti piove anche, fino a poco dopo il confine italiano. La temperatura è sempre sui 18-20 gradi.
Da Rothenburg scendiamo sulla A7 per pochi chilometri e poi prendiamo la A6 per Norimberga; poco prima di arrivare a Norimberga, prendiamo la A9 per Monaco di Baviera. Procediamo fino al capoluogo della Baviera, poi prendiamo la A99, l’anello autostradale che circonda la città, fino a prendere la A8 per Innsbruck. Poco prima del confine con l’Austria acquistiamo la Vignette per l’autostrada austriaca (€ 7,60) e poi, subito dopo il confine, pranziamo in un ristorante lungo l’autostrada, Landzeit: wurstel, patatine fritte, una bistecca con una salsa ai funghi accompagnata da spazli e fagiolini verdi, poi birra e due tranci di torta (splendide le torte austriache!) per poco meno di 20 € a persona.
Riprendiamo la marcia verso il confine italiano, che varchiamo verso le 17, poi proseguiamo lungo tutta la A22, dove rispunta il sole, fino a diventare sereno.
Terminata l’autoBrennero, prendiamo la Milano-Roma in direzione Milano e ci fermiamo a Parma, dove mangiamo anche un’ottima pizza alla pizzeria Il Gabbiano, nella zona industriale.

Km. oggi: 809
Km. totali: 12.127


Giorno 35 – 08/08: Parma – Rapallo – Carrara
Quanto si mangia dal Nostromo!

Giornata dedicata a visite ad amici che non vediamo da più di un mese. Ci dirigiamo a Rapallo, con la Parma-La Spezia e poi con la A12 Genova-Livorno, dove andiamo a trovare Alex, che ci porta a pranzo dal Nostromo, in via S. Pietro 19, un’hostaria dove si mangia fino a scoppiare! Decide tutto il gestore cosa portare, lui chiede solo se gradiamo carne o pesce. Optiamo per il pesce e lui porta come antipasti fagioli conditi, insalata di polipo e patate, peperoni arrostiti, cipolline, fiori di zucca fritti, zeppole ed una specie di panzarotti fritti con il formaggio. Per primo spaghetti al tonno, trofie al pesto e risotto alla pescatora, poi frittura di paranza e pesce al forno. Dolce, sorbetto al limone, grappa e caffè! Il tutto per 20 € a persona!
Dopo pranzo e dopo aver salutato Alex, ci dirigiamo a Carrara, dove andiamo dagli amici Marco e Cinzia. Qui troviamo anche il tempo di beccarci l’ultima botta di sfiga della vacanza. La valvola della gomma posteriore interna cede e la ruota si sgonfia. Essendo il camper gemellato, camminiamo tranquillamente fino ad arrivare da un gommista sulla via Aurelia, ma quando ci smonta la gomma, ci fa notare che all’interno, camminando sgonfia, si è spaccata ed ora è inutilizzabile. Morale, seconda gomma della vacanza cambiata!
Ceniamo dai genitori di Cinzia dove mamma Lò si dimostra una cuoca eccezionale. Dormiamo in via del Cacciatore, un viale dove ci sono diversi campeggi e diversi camper fermi in strada.

Km. oggi: 270
Km. totali: 12.397


Giorno 36 – 09/08: Carrara – Lucca
Ultima tappa!

Ultimo giorno di giro dedicato agli amici. Andiamo a Lucca a trovare Franco e Cinzia, un’altra coppia di nostri amici, e la loro bimba Greta. Ceniamo a Viareggio e dormiamo in camper in un tranquillo parcheggio sotto casa dei nostri amici.

Km. oggi: 62
Km. totali: 12.459


Giorno 37 – 10/08: Lucca – Roma
Rientro nella Capitale!

Rientro senza problemi, lungo la Firenze mare e poi lungo l’A1 Firenze-Roma.

Km. oggi: 367
Km. totali: 12.836

 

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