Arcidiocesi di Valencia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonima arcidiocesi venezuelana, vedi Arcidiocesi di Valencia in Venezuela.
Arcidiocesi di Valencia
Archidioecesis Valentina
Chiesa latina
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Diocesi suffraganee
Ibiza, Maiorca, Minorca, Orihuela-Alicante, Segorbe-Castellón de la Plana
 
Arcivescovo metropolitaEnrique Benavent Vidal
Arcivescovi emeriticardinale Antonio Cañizares Llovera
Presbiteri1.187, di cui 837 secolari e 350 regolari
2.239 battezzati per presbitero
Religiosi515 uomini, 2.550 donne
Diaconi34 permanenti
 
Abitanti2.815.430
Battezzati2.657.740 (94,4% del totale)
StatoSpagna
Superficie13.091 km²
Parrocchie649
 
Erezione527
Ritoromano
CattedraleSanta Maria
Indirizzoc/ Palau 2, 46003 Valencia, España
Sito webwww.archivalencia.org
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Spagna
Vista della cattedrale di Valencia
Cupola della cattedrale
Il seminario arcivescovile di Valencia.

L'arcidiocesi di Valencia (in latino: Archidioecesis Valentina) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Spagna. Nel 2020 contava 2.657.740 battezzati su 2.815.430 abitanti. È retta dall'arcivescovo Enrique Benavent Vidal.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi comprende per intero la provincia di Valencia, eccetto il municipio di Gátova che appartiene alla diocesi di Segorbe-Castellón de la Plana, e 63 municipi della provincia di Alicante.

Sede arcivescovile è la città di Valencia, dove si trova la cattedrale di Santa Maria. Nella cattedrale è conservata l'importante reliquia del Santo Calice, che secondo la tradizione sarebbe il calice usato da Gesù Cristo durante l'Ultima cena. La storia della reliquia di Valencia è stata ricostruita all'indietro per circa un millennio, mentre la coppa del calice è stata datata a un'epoca compatibile con il presunto impiego da parte di Gesù. Recentemente, in occasione delle loro visite apostoliche a Valencia, sia Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI hanno voluto celebrare la santa Messa con il Santo Calice.[1]

Oltre alla cattedrale, nel territorio sorgono altre 5 basiliche minori: la basilica di San Giacomo Apostolo a Algemesí, le basiliche di Nuestra Señora de los Desamparados, di San Vincenzo Ferrer e del Sacro Cuore di Gesù[2] a Valencia e la basilica dell'Assunzione a Xàtiva.

Il territorio si estende su una superficie di 13.091 km² ed è suddiviso in 649 parrocchie, raggruppate in 67 arcipresbiterati, a loro volta raggruppati in 5 vicariati.

Provincia ecclesiastica[modifica | modifica wikitesto]

La provincia ecclesiastica di Valencia, istituita nel 1492, comprende le seguenti suffraganee:

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi di Valencia fu eretta nel 527. Era originariamente suffraganea dell'arcidiocesi di Tarragona.

Caduta Valencia nelle mani dei musulmani nel 712, vide interrompersi la successione dei vescovi. La diocesi fu poi ristabilita il 10 ottobre 1238, subito dopo la riconquista della città.

L'11 ottobre 1470 papa Paolo II rese la diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede e il 9 luglio 1492 fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana da papa Innocenzo VIII.

Un momento di speciale splendore ebbe la diocesi a metà del XVI secolo, con gli arcivescovi san Tommaso da Villanova e san Giovanni de Ribera e Martín Pérez de Ayala, che applicarono i decreti del Concilio di Trento, lasciando una traccia profonda e duratura nella vita religiosa dell'arcidiocesi, confermata dalle opere dei santi che vissero in quel tempo a Valencia: Francesco Borgia, Pasquale Baylón e Luigi Bertrando e i beati Andrés Hibernón e Gaspar Bono.

Anche il XIX secolo vide a Valencia una copiosa fioritura di santi: Maria Michela del Santissimo Sacramento, Teresa Jornet e Ibars e la beata Inés de Beniganim.

Nella seconda metà del XIX secolo e nel primo terzo del secolo scorso l'arcidiocesi di Valencia fu travagliata da forti tensioni politiche e sociali, fra le quali emersero nette posizioni anticlericali, che sfociarono durante la guerra civile in un'aperta persecuzione della Chiesa, con centinaia di martiri, di cui molti saranno beatificati da papa Giovanni Paolo II l'11 marzo 2001. Infatti, i 233 martiri beatificati in quell'occasione provenivano per lo più dall'arcidiocesi di Valencia.

Con due decreti della Congregazione Concistoriale del 6 giugno 1957[3] e del 31 maggio 1960[4] furono modificati i confini diocesani: cedette alla diocesi di Orihuela-Alicante quattro arcipresbiterati, ricevendone una parrocchia; ricevette un arcipresbiterato dalla diocesi di Cuenca e cinque dalla diocesi di Segorbe, cedendo a quest'ultima un altro arcipresbiterato e ventisette parrocchie.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi nel 2020 su una popolazione di 2.815.430 persone contava 2.657.740 battezzati, corrispondenti al 94,4% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 1.650.000 1.660.000 99,4 1.153 773 380 1.431 600 3.925 432
1970 ? 1.886.742 ? 1.826 1.143 683 ? 704 4.420 606
1980 2.165.050 2.279.571 95,0 1.525 1.007 518 1.419 1 861 3.691 654
1990 2.200.100 2.315.901 95,0 1.536 918 618 1.432 942 3.608 659
1999 2.294.000 2.415.000 95,0 1.516 810 706 1.513 928 3.530 651
2000 2.369.422 2.383.912 99,4 1.505 799 706 1.574 928 3.530 651
2001 2.387.088 2.401.938 99,4 1.556 801 755 1.534 900 3.515 651
2002 2.298.415 2.419.385 95,0 1.569 790 779 1.464 890 4.025 651
2003 2.294.307 2.499.357 91,8 1.556 786 770 1.474 875 4.025 652
2004 2.484.037 2.562.333 96,9 1.538 788 750 1.615 850 3.800 652
2010 3.030.000 3.213.000 94,3 1.521 761 760 1.992 10 870 3.810 650
2014 3.041.000 3.225.000 94,3 1.541 731 810 1.973 16 965 3.820 647
2017 2.636.400 2.792.872 94,4 1.345 745 600 1.960 16 689 3.753 646
2020 2.657.740 2.815.430 94,4 1.187 837 350 2.239 34 515 2.550 649

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ES) La Historia del Santo Cáliz Archiviato l'8 marzo 2012 in Internet Archive., sul sito della Cattedrale di Valencia
  2. ^ Decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, 12 novembre 2019; Prot. 526/19.
  3. ^ (LA) Decreto Initis inter, AAS 49 (1957), pp. 864-865.
  4. ^ (LA) Decreto Quum sollemnibus Conventionibus, AAS 52 (1960), pp. 832-833.
  5. ^ (EN) Fabian D. Zuk, De episcopis Hispaniarum: agents of continuity in the long fifth century, Montreal, 2015, p. 181.
  6. ^ (EN) Fabian D. Zuk, De episcopis Hispaniarum: agents of continuity in the long fifth century, pp. 171-172.
  7. ^ a b c d e f g h i j k (ES) Luis A. García Moreno, Prosopografía del reino visigodo de Toledo, Universidad de Salamanca, 1974, pp. 146-149.
  8. ^ Vescovo ariano, che si convertì al cattolicesimo durante il concilio del 589.
  9. ^ Nominato arcivescovo titolare di Petra di Palestina.
  10. ^ Nominato arcivescovo titolare, titolo personale, di Subbar.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN123306801 · SBN IEIV150514 · LCCN (ENn94008718 · BNF (FRcb12200423j (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n94008718